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27 OTTOBRE

Oggi, ma nel 1917, a Cividale del Friuli, in provincia di Udine, il regio Esercito italiano faceva brillare il Ponte del Diavolo, passaggio simbolo, posto sul fiume Natisone, per tentare di rallentare l’ingresso del nemico, rappresentato da austroungarici e soprattutto da tedeschi.

La carica di dinamite veniva appiccata dopo la nottata di assedio avversario della città. Purtroppo il sacrificio dell’antico viadotto (nella foto, particolare, dopo il crollo, sostituito da un camminamento “volante”), risalente al 1442, progettato da Iacopo Zugaro da Bissone, poi proseguito da Erardo da Villaco ed ancora ultimato da Bartolomeo Delle Cisterne, si rivelava inutile. Dopo la battaglia omonima, tra l’8° reggimento granatieri del Brandeburgo, il 125° reggimento Kaiser Friedrich, il 3° reggimento Jäger del Guttenberg, il 62° reggimento fanteria, tutti tedeschi, contro il 1°, il 2° ed il 3° battaglione del 221° reggimento della brigata “Jonio” del Belpaese. In tutto 60mila militari germanici che avevano la meglio contro i 15mila tricolore, nello scontro che verrà ricordato come “le Termopili italiane”.

La battaglia di Cividale del Friuli avveniva, nell’ambito del primo conflitto mondiale, dopo lo sfondamento di Caporetto, del 24 ottobre precedente, e che terminerà il 12 novembre successivo. Cividale del Friuli era un nodo strategico per la presenza del comando italiano e per la vicinanza alla linea di fuoco di confine. Quindi la presa da parte delle truppe dell’imperatore Guglielmo II, che avveniva nella serata del 27 ottobre di quel 1977, assumeva elevato valore non solo simbolico, ma anche pratico. Il Ponte del Diavolo verrà ricostruito dai tedeschi, grazie all’ausilio della manovalanza locale e sfruttando i rilievi eseguiti dall’ingegnere cividalese Ernesto de Paciani, effettuati prima della distruzione, mantenendo il più possibile la struttura pregressa, salvo allargare di due metri la sede stradale.

La nuova struttura verrà inaugurata, in pompa magna, il 18 maggio 1918, a guerra ancora in corso. Il 29 aprile 1945, i nazisti tenteranno di farlo saltare in aria, sempre mediante esplosivo. Ma, fortunatamente, i danni saranno limitati. Tutta la vicenda verrà raccontata da Paolo Gaspari nel volume intitolato, non a caso, “Le Termopili italiane: la battaglia di Cividale del 27 ottobre 1917”, che sarà pubblicato dallo stesso editore Gaspari, di Udine, nel 2007.