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29 luglio

Oggi, ma nel 1890, ad Auvers-sur-Oise, in Francia, in una stanza del Café de la Mairie, locanda gestita da Arthur-Gustave Ravoux e consorte, in piazza del Municipio, moriva, a 37 anni, per la ferita riportata sparandosi un colpo di rivoltella allo stomaco, in un campo arato limitrofo, due giorni prima, il pittore olandese Vincent Van Gogh.

Inutili si rivelavano le cure del medico Paul-Ferdinand Gachet, amico del fratello dell’artista di Zundert, Theodorus Van Gogh. Proprio a quest’ultimo era indirizzata la missiva, non spedita, che veniva trovata in tasca al genio dell’Impressionismo. Il suicidio di Vincent, dovuto pure ai suoi problemi mentali, comprometterà anche l’equilibrio psicofisico di Theo, che verrà schiacciato dai sensi di colpa per non aver aiutato a sufficienza l’amato fratello. Theo, infatti, morirà, a Utrecht, il 25 gennaio 1891, ovvero quasi a 6 mesi di distanza dalla dipartita terrena di Vincent.

Per volontà della vedova di Theo, Johanna Bonger Van Gogh, i due fratelli verranno tumulati uno accanto all’altro, nel cimitero di Auvers, con l’edera proveniente dal giardino del dottor Gachet. Tra le opere dell’ultimo periodo di vita di Vincent Van Gogh vi era “L’italiana” (nella foto, particolare), del 1887, olio su tela, di 81 per 60 centimetri, conservato nel Museo d’Orsay di Parigi.

Ritraeva, con buona probabilità, Agostina Segatori, avvenente donna originaria di Ancona, classe 1841, proprietaria del Cafè de Tambourin, al civico 62, di Boulevard de Clichy, nella capitale transalpina, che aveva avuto una relazione amorosa con Vincent, proprio nella primavera-estate 1887. La marchigiana Segatori era stata immortalata anche in “Donna al Cafè Le Tambourin”, sempre nel 1887, olio su tela, 55,5 per 46,5 centimetri, custodito al Van Gogh Museum di Amsterdam.