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3 Febbraio

Oggi, ma nel 1965, a Roma, la corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, assolveva per insufficienza di prove Giorgio Panzeca, Antonio Mangiafridda, Luigi Tardibuono e Giovanni Di Bella. Erano dipendenti della potente famiglia nobiliare Notarbartolo di Sciara di Palermo e considerati mafiosi. Il 21 dicembre 1961, a Santa Maria Capua Vetere, erano stati condannati in primo grado all'ergastolo come assassini del sindacalista socialista Salvatore Turi Carnevale (nella foto, a destra) ucciso a 31 anni a colpi di lupara, il 16 maggio 1955, a Sciara, mentre andava a lavorare alla cava di pietra della società Lambertini. Carnevale, fondatore della locale Camera del lavoro, aveva contrastato gli interessi latifondisti dei proprietari di terra della zona nel tentativo di migliorare le condizioni di sfruttamento dei braccianti. Il processo, nei vari gradi di giudizio, aveva messo in  contrapposizione due futuri presidenti della Repubblica nel ruolo di difensori di parte: Sandro Pertini (nella foto, a sinistra, a Sciara nel 1955 accanto alla targa commemorativa dell'omicidio eretta dopo il funerale) dal lato della madre della vittima, Francesca Serio, e Giovanni Leone da quello dei presunti killer.

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