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3 Novembre

Oggi, ma nel 1130, a San Benedetto dei Marsi, moriva a 50 anni stremato dalla malattia Berardo (nella foto il busto a Pescina), vescovo dei Marsi dal 1109 e stretto collaboratore di papa Pasquale II. Con la sua scomparsa inizierà la venerazione popolare che verrà approvata da papa Pio VII il 10 maggio 1802 e che sarà cara anche allo scrittore Ignazio Silone. Il religioso, imparentato con santa Rosalia di Palermo, era nato a Carsoli, nella frazione di Colli di Monte Bove, nel 1080. Formato nell'abbazia benedettina di Montecassino, s'era distinto soprattutto per l'opera di moralizzazione del clero (lotta contro la simonia, contro il nicolaismo e contro il concubinato dei chierici). Per il suo operato, s'era creato molti nemici ed era anche stato rapito da Pietro Colonna e rinchiuso in una cisterna, ma poi liberato da Giovanni da Petrella. I resti verranno conservati nella concattedrale di Santa Maria delle Grazie, a Pescina. Secondino Tranquilli menzionerà San Berardo sia nel romanzo Fontamara che in Vino e pane e alla sua morte, il 22 agosto 1978 a Ginevra, lascerà come disposizione d'essere sepolto ai piedi del campanile della chiesa omonima, nella natìa Pescina, che era l'unica parte dell'edificio di culto lasciata intatta dal terremoto di Avezzano del 13 gennaio 1915.

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