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5 APRILE

Oggi, ma nel 1972, a Sanremo, in provincia di Imperia, nel Casinò, iniziava il primo Congresso internazionale di sessuologia, organizzato dal Centro italiano di sessuologia, d’ispirazione cattolica, sul tema “Comportamenti devianti della sessualità umana”. In quell’occasione 40 manifestanti, provenienti non solo dal Belpaese, irrompevano con cartelli di protesta per rivendicare i loro diritti, di gay e lesbiche, ad una sessualità non convenzionale. Era la prima volta che la comunità omosessuale, quella che in futuro diverrà “Lgbt”, ovvero l’acronimo di Lesbica, gay, bisessuale e transgender, uscisse allo scoperto, e pure con non celata soddisfazione, contro il perbenismo tricolore. Per questo il giorno 5 aprile 1972 verrà considerato quale data di nascita del movimento nazionale di liberazione omosessuale.

Tra i dimostranti erano presenti rappresentanti del Front homosexuel d'action révolutionnaire, francese; del Movement homosexuel d’action révolutionnaire belga; del Gay liberation front, britannico; del neo-costituito Fuori!, italiano, ovvero il Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano, che era alla sua prima azione pubblica, ed era guidato da Angelo Pezzana (nella foto, particolare, insieme alla eco-femminista transalpina Francoise d'Eaubonne col pugno alzato, fuori dall’edificio che ospitava i congressisti), futuro deputato radicale; l’Internationale homosexuelle révolutionnaire. Tra gli attivisti, prevalentemente orientati politicamente a sinistra, vi era anche il milanese Mario Mieli, che diverrà più di altri giovani italiani del tempo icona dell’orgoglio gay, del credo sintetizzato nell’espressione “il personale è politico”, fino alla deriva della propaganda del “gaio comunismo”, allo stigma sociale dell’Aids, al suicidio, a 31 anni, il 12 marzo 1983, a Milano, per motivi legati alla depressione e ai disturbi della personalità. Nel Comitato d’onore dell’assise promossa nella Città dei fiori erano annoverati calibri del panorama scientifico come Leonardo Ancona, psicologo e psicoanalista, e Luigi Gedda, quest’ultimo medico e dirigente dell'Azione cattolica, che aveva pubblicato alcuni studi dedicati proprio all’omosessualità.

Il congresso sanremese -che sarebbe dovuto durare fino all’8 aprile successivo, ma che chiuderà il 7, proprio per il clamore mediatico suscitato dagli interventi degli omosessuali- prevedeva anche una sezione dedicata all’eziologia dell’omosessualità ed alle ipotetiche terapie. “Cure”, soprattutto psicologiche e psichiatriche, pensate per tentare di debellare quella che veniva reputata una devianza del comportamento sessuale. Tra gli invitati di rango figuravano anche lo psichiatra inglese Philip Feldmann, che in quel periodo era alla ribalta per la cosiddetta “terapia d’avversione”, e Jefferson Gonzaga, professore dell’università brasiliana di San Paolo, che puntava, invece, sull’ipnosi, via meno aggressiva, ma sempre volta a cercar di far cambiare il gusto sessuale al paziente e a normalizzarlo.