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5 Luglio

Oggi, ma nel 1928, a Port Natal in Brasile, terminava con successo la trasvolata su Savoia Marchetti S.64 degli aviatori della regia Aeronautica militare Arturo Ferrarin e Carlo Del Prete (nella foto, particolare della cartolina celebrativa). Il risultato veniva centrato dopo 7mila 450 chilometri percorsi in 44 ore e 9 minuti a 168 chilometri orari di media, partendo da Monte Celio di Roma. Erano giunti a destinazione dovendo effettuare un atterraggio di fortuna sulla sabbia e con soli 15 litri di carburante rimasti nel serbatoio. Le pessime condizioni atmosferiche e la difficoltà di tenere la rotta avevano costretto i due assi dell'aria a coprire in realtà 8mila 100 chilometri. Ferrarin, classe 1895, di Thiene, e Del Prete, nato nel 1897 a Lucca, stabilivano il primato mondiale di distanza compiuta in volo senza scalo. Per l'impresa meriteranno la medaglia d'oro al valore aeronautico e la loro abilità diverrà universalmente nota. Ma l'8 luglio successivo, durante un volo di prova per festeggiare il successo raggiunto, ma anche per un'operazione di propaganda del regime mussoliniano e di marketing commerciale per la Savoia Marchetti che non riusciva a vendere in America latina l'S.62, avranno un incidente. Sull'isola di Governador si spezzerà un'ala e finiranno in mare. Ferrarin se la caverà con delle escoriazioni. Del Prete, invece, sarà costretto a farsi amputare la gamba destra e il 16 agosto spirerà in ospedale a Rio de Janeiro per complicazioni dovute alla ferita. Ferrarin anche troverà la morte precipitando a Guidonia Monte Celio il 18 luglio 1941 mentre testava un nuovo aereo. Il 14 luglio 1935, all'idroscalo di Genova, era già sopravvissuto ad un altro incidente destinato a destare scalpore: perché avvenuto pilotando il Savoia Marchetti S.80 di Giovanni Agnelli della Fiat di Torino e in quel frangente era rimasto secco sul colpo Edoardo Agnelli del 1892.

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