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5 Marzo

Oggi, ma nel 1945, a Sanremo, nei giardini del castello Devachan, veniva fucilato dalle Ss, per rappresaglia, Emidio Cesarone (nella foto) di 30 anni, nato a San Valentino in Abruzzo citeriore, già sergente maggiore del regio Esercito, appartenente alla quinta brigata della seconda divisione partigiana intitolata alla memoria di Felice Cascione (di Porto San Maurizio, medico, futura medaglia d'oro al valor militare, autore della canzone Fischia il vento). Cesarone, nome di battaglia Anguilla, era stato arrestato il 18 febbraio precedente in una casa di via Solaro, a Taggia, insieme al suocero Carmelo Genova, di 49 anni, originario di Trapani, già maresciallo del regio Esercito, detto Radio. L'esecuzione era stata decisa dal tribunale militare nazifascista di zona riconducendo a lui la responsabilità, mai accertata, dell'agguato mortale di zona Carmo Langan della settimana precedente che aveva coinvolto due soldati tedeschi e otto italiani. Cesarone, col suocero e altri 12 partigiani, era stato venduto per 5mila lire da Benedetto Reghezza, Cino, e Domenico Lupi, Fifa, ex partigiani catturati l'11 febbraio a Taggia in zona Beusi. Con Cesarone (gli verrà dedicata una via nella cittadina natale) venivano giustiziati Genova e altri dodici componenti della divisione Cascione. Erano: Riccardo Scarpari, detto Foca; Luigi Ricagno, Alba; Francesco Foca, Bà; Francesco Bergonzo, Italo; Renato Dardanelli, Lucia; Luigi Anfossi, Lio; Enrico Poggi, Sparviero; Antonio Palmissano, Burba; Guido Bendinelli, Toscano; Francesco Lanteri, Cecò; Secondo Lanteri, Carlo;  Beniamino Miliani, Miliano.

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