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6 febbraio

Oggi, ma nel 1958, a Monaco di Baviera, in Germania ovest, usciva di pista e si schiantava sulla recinzione dell’aeroporto e su una casa adiacente, al terzo tentativo di decollo, a causa di accumuli di neve, il volo BE609, charter Airspeed Ambassador, con a bordo la squadra di calcio inglese del Manchester United. Morivano 23 delle 44 persone presenti sul velivolo, tra i 6 componenti l’equipaggio e i 38 passeggeri. I feriti erano 19, conteggiati tra i 21 sopravvissuti.

Erano tutti diretti a Manchester e tornavano dopo che la compagine agonistica avesse pareggiato, 3-3, con l’11 jugoslavo della Stella rossa Belgrado, nel torneo di Coppa dei campioni. Risultato che garantiva l’accesso alle semifinali ai “Busby Babes”. Immediatamente, col diffondersi della notizia dell’inconveniente, non solo in Italia, tornava alla memoria la triste sorte, analoga, della formazione del grande Torino, caduta nell’incidente aereo avvenuto sulla collina torinese di Superga (nella foto, particolare, la prima pagina del quotidiano “La Provincia”, di Cremona, del 7 febbraio 1958 febbraio, che, riportando il fatto del Manchester, rievocava nel titolo la disgrazia granata), il 4 maggio 1949, con 31 morti. Tra i calciatori, i deceduti del 6 febbraio 1958 erano: Geoff Bent; Roger Byrne; Eddie Colmann; Duncan Edwards che, benché sopravvissuto all’impatto passerà a miglior vita 15 giorni dopo, in ospedale; Mark Jones; David Pegg; Tommy Tailor; Liam "Whilly" Belan. Tra le vittime rientravano anche: Walter Crickmer, segretario del club britannico; Bert Whalley, allenatore assistente di Matt Busby, il team manager; Tom Curry, il preparatore atletico. Poi c’erano anche i giornalisti: Alf Clarke, del Manchester Evening Chronicle; Don Davies, del Manchester Guardian; George Follows, del Daily Herald; Tom Jackson, del Manchester Evening News; Archie Ledbrooke, del Daily Mirror; Henry Rose, del Daily Express; Eric Thompson, del Daily Mail; Frank Swift, di News of the world.

A seguire, tra i corpi allineati sulla pista aeroportuale, c’erano ancora: Kenneth "Ken" Rayment, copilota inglese, sopravvissuto, che morirà 3 settimane dopo per il trauma cerebrale; Tom Cable, steward; Bela Miklos, agente di viaggi; Willie Satinoff, tifoso e amico di Busby. L’episodio di Monaco di Baviera non sarà l’ultimo del genere, perché, il 3 aprile 1961, l'aereo che trasporterà parte del club cileno Deportes Green Cross cadrà sulle Ande, contro il monte Lástima, nel Nevado de Longavi. Ciò provocherà la fine prematura di 24 persone, tra le quali 8 giocatori e 2 componenti della divisione tecnica. Ma anche dopo quel caso se ne verificheranno altri, sempre ai danni di società sportive del pallone che pagheranno il prezzo più alto a causa di areoplani che precipiteranno.