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7 aprile

Oggi, ma nel 1944, a Casteldelci, in provincia di Pesaro (dal 2009 di Rimini), nella frazione di Fragheto, i nazisti dello Sturmbatraillon ob Sudwest trucidavano 30 civili e 15 partigiani (nella foto la lapide commemorativa apposta in occasione del ventennale della Resistenza). La reazione tedesca era la conseguenza all'agguato organizzato dalla prima compagnia della brigata partigiana Garibaldi romagnola, in dissoluzione, comandata da Alberto Bardi detto Falco, che s'era fermata a riposare nella notte proprio a Fragheto e che per non essere presa dal rastrellamento germanico aveva attaccato per prima. Per il tributo di sangue versato il Comune di Casteldelci verrà insignito della medaglia d'argento al valor civile. Nel 1980 il regista Florestano Vancini, già autore del film di successo "Il delitto Matteotti" del 1973, contribuirà a far conoscere meglio l'accaduto con il docufilm "Fragheto. Una strage, perché?". Gli incartamenti processuali dell'eccidio rientreranno tra i 695 fascicoli nascosti nel tristemente noto "armadio della vergogna" romano, quello rivolto con le ante verso il muro in un deposito di palazzo Cesi-Gaddi in via dell'Acquasparta, che verrà rinvenuto dal procuratore militare Antonino Intelisano nel 1994 e verrà riportato all'attenzione mediatica dal giornalista del settimanale l'Espresso Franco Giustolisi a partire dal 22 agosto 1996. Il 7 febbraio 2013 il tribunale militare di Verona assolverà per insufficienza di prove gli ex ufficiali SS Karl Weiss e Ernst Plege, ancora in vita, e considerati tra i partecipanti alla mattanza. Karl Shaefer, altro loro collega, invece, morirà proprio durante il processo. Quindi in conclusione non ci sarà neppure un condannato.