La stazione di Treviso devastata dai bombardamenti del 7 aprile 1944

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7 aprile

Oggi, ma nel 1944, a Treviso, alle 13.24 del venerdì santo, veniva bombardata la città, per sette minuti, da cinque formazioni di aerei, per un totale di 159 bombardieri B-17 dell’aviazione militare americana, dette fortezze volanti, decollate dalla Puglia, che scaricavano 2.636 bombe, pari a 446,2 tonnellate di ordigni esplosivi.

L'attacco era prevalentemente sulla stazione ferroviaria e sullo scalo merci. Che poi era un principio tipico della strategia statunitense volta a interrompere il flusso di comunicazione delle derrate e dei rifornimenti non solo alimentari che viaggiavano su strada ferrata e provenivano soprattutto dalla Germania sotto forma di aiuti.

Nonostante fosse suonata la sirena anti aerea, la maggior parte dei trevigiani rimase nelle abitazioni poiché era solita sentire l'allarme, ma come esercitazione, essendo considerata Treviso una città non particolarmente rilevante da essere attenzionata dalla furia distruttiva alleata dal cielo. Racchiusa da mura veneziane Treviso custodiva i suoi tesori come una sorta di grande monumento a cielo aperto da ammirare. Non aveva particolari insediamenti industriali e per questo era erroneamente considerata al riparo, quasi fosse una sorta di zona franca.

Morivano 1.470 persone, delle quali solo 200 militari e le restanti civili. L'82 per cento dei fabbricati veniva danneggiato (nella foto, particolare di uno scorcio dello scalo Fs) perché venivano centrati non solo il deposito dei treni, ma anche scuole, chiese, ospedali, monasteri, case, palazzi sedi di uffici, piazze. Per giunta i soccorritori arriveranno in ritardo e comunque in numero insufficiente perché era stata fatta fuori anche la caserma dei vigili del fuoco. Per giorni i volontari addetti al recupero dei cadaveri dovranno spargere calce viva per limitare il cattivo odore e il diffondersi di malattie dovute alla decomposizione dei corpi.

Quella del 7 aprile 1944 verrà definita dalla stampa del giorno dopo come la giornata della passione di Cristo e di Treviso. Tra le ipotesi che a posteriori verranno analizzate dagli esperti spunterà fuori la possibilità che la decisione di radere al suolo Treviso sia stata presa poiché sede del comando interforze nazifascista di stanza nell’albergo Stella d’oro che, prima della sua completa distruzione, era in piazza Borsa. All'interno di quella struttura correva voce fosse in corso la riunione segreta fra alti gerarchi fascisti ed ufficiali di rango elevato del locale distaccamento della Wehrmacht.

Tra le teorie di studio che negli anni verranno prese in considerazione ci sarà anche la possibilità che, per errore di traduzione, Treviso, in Veneto, sia stata scambiata con la città friulana di Tarvisio, abituale snodo per i rifornimenti di armi e munizioni mediante convogli ferroviari. Piazza dei Signori, sede del palazzo dei Trecento, costruito nel 1185 e sede del consiglio comunale, distrutto anche quello dalle bombe Usa, ospiterà abitualmente la cerimonia commemorativa del 7 aprile.