La statua in bronzo a Chamonix di Balmat che, rivolto verso il Monte Bianco, indica la via per raggiungere la cima a de Saussure

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8 agosto

Oggi, ma nel 1786, a Chamonix, in Francia, dal Dôme du Goûter, alto 4306 metri sul livello del mare, al contestato confine italo-francese, Michel Gabriel Paccard, di 29 anni, e Jacques Balmat, di 24, alle 18.23, conquistavano, per la prima volta, la cima del Monte Bianco, di 4810 metri, dando di fatto vita all'alpinismo moderno. Entrambi originari di Chamonix, del 1757 il primo e del 1762 il secondo, l'uno medico condotto con la passione per la botanica e la mineralogia e figlio del notaio cittadino, l’altro cacciatore di camosci e cercatore di cristalli in quota. Avevano impiegato 14 ore dalla partenza per centrare l’obiettivo. Rimanevano in vetta 34 minuti per compiere le misurazioni scientifiche programmate. Paccard, che era il primo a calpestare la neve della cima, aveva alle spalle tre tentativi falliti, ma proprio con Balmat riusciva nell'impresa che aveva studiato a lungo anche beneficiando delle chiacchierate scientifiche con lo scienziato ginevrino Horace-Bénédict de Saussure, che verrà considerato il vero fondatore dell'alpinismo internazionale, ossessionato dal riuscire a misurare con precisione l'altezza del Monte Bianco.

Nel 1760, proprio per riuscire in questa impresa, aveva fissato una ricompensa di 3 ghinee destinata a chi fosse riuscito a trovare la via per raggiungere la vetta del Monte Bianco e a portare in sommità il suo barometro di Torricelli, fondamentale per mettere in atto le prime misurazioni d’orientamento. Alla fine de Saussure riuscirà a farsi portare in cima, il 3 agosto 1787, accompagnato da diciassette guide alpine, più il suo servitore, e procederà al calcolo dell'altezza. I suoi accompagnatori si erano caricati cibo, bevande, corde, scale a pioli, bastoni, una tenda e il necessario per allestire un vero e proprio laboratorio scientifico da campo. Quindi de Saussure prenderà ad analizzare e a studiare tutto il comprensorio montano del Monte Bianco e i suoi rilievi verranno pubblicati, in francese, a Neuchâtel, in Svizzera, nei quattro volumi di "Viaggi nelle Alpi" dall'editore Samuel Fauche, nel 1870, i primi due e da Manget Barde & François Buisson, nel 1786, gli altri due. Dopo l'ascensione sulla sommità del Bianco di de Saussure, compiuta insieme a Balmat (nella foto, la statua in bronzo dell’artista parigino Jean Jules Salmson, posta al centro di Chamonix nel 1887, in piazza Balmat, raffigurante proprio Balmat che, rivolto verso il Monte Bianco, indica la via da seguire per raggiungere la cima a de Saussure), Paccard, vero ideatore della prima scalata in cima alla montagna più irta dell’Europa occidentale, verrà accantonato. Scatenando un'intricata trama romanzesca della prima conquista del Bianco, ordita dallo scrittore ed incisore di Ginevra Marc Theodore Brunit che nutriva invidia verso il successo di Paccard al quale avrebbe voluto soffiare il record. Paccard verrà ritenuto un fastidioso eroe dell'alpinismo proprio da Balmat che aspirava ad intascare la ricompensa promessa da de Saussure. Solo dopo il ritrovamento del diario del barone prussiano Adolf von Gersdorff, che aveva seguito col binocolo il primo cimento da un poggio sopra Chamonix, verrà confermato il primato di Balmat e quest’ultimo verrà riabilitato e riconosciuto ufficialmente quale primo a raggiungere la cima del Monte Bianco.