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9 dicembre

Oggi, ma nel 1986, a Montalto di Castro, si teneva la grande manifestazione antinucleare (nella foto il corteo). In quella cittadina della provincia di Viterbo, infatti, dal 1982 era in costruzione una centrale termonucleare nonostante la contrarietà dei cittadini, degli ambientalisti e del Comune. La protesta si chiuderà con cento feriti per le conseguenze dovute alle cariche del reparto Celere della Polizia. Uno dei manifestanti riporterà un'emorragia ai polmoni perché centrato in petto da un lacrimogeno e un altro una gamba spezzata da un proiettile di gomma. Precedenti giornate dedicate al "no" al nucleare s'erano verificate in altri siti sensibili: Caorso, Trino Vercellese e a ridosso del bacino del Brasimone vicino a Bologna. La centrale dell'alto Lazio, a Montalto, avrebbe dovuto avere due reattori da 982 Megawatt di potenza elettrica netta ciascuno. Nel 1988 quell'impianto, progettato dall'ingegnere Giorgio Ferrari per Ansaldo, verrà chiuso senza essere mai entrato in funzione (era costato 7mila miliardi di lire) e sul suo sito verrà realizzata la centrale a policombustibile Alessandro Volta, la più potente d'Italia, sfruttando le prese a mare per l'acqua già installate.