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9 GENNAIO

Oggi, ma nel 1950, a Modena, alle Fonderie riunite, durante lo sciopero, indetto dalla Confederazione generale italiana del lavoro, per protestare contro i licenziamenti di 560 metalmeccanici, agenti delle Forze dell’ordine aprivano il fuoco contro i manifestanti, per impedire l’occupazione della fabbrica, uccidendo 6 operai e ferendo 200 persone. Lo stabilimento era di proprietà dell’industriale Adolfo Orsi, titolare anche della Maserati, sempre modenese.

La protesta era la risposta sindacale alle manovre poste in essere verso i suoi 560 dipendenti sul finire del 1949. Ossia il lasciare a casa tutte le maestranze per poter assumere altra manodopera non iscritta ai sindacati né ai partiti, cercando di avere lavoratori non politicizzati. Inoltre abolire il consiglio di gestione, diminuire i premi di produzione, far pagare la mensa aziendale ai fruitori, eliminare la possibilità per le donne di portare i figli a lavoro e allattarli nella stanza riservata, rimuovere le bacheche per gli avvisi sindacali e politici.

La prima vittima era Angelo Appiani, con buona probabilità raggiunta al petto dal colpo di pistola di un carabiniere. Arturo Chiappelli e Arturo Malagoli, verosimilmente, venivano freddati da esponenti dell’Arma appostati sul tetto con i fucili (nella foto, particolare, la scena poco prima che partissero i proiettili, guardando via Ciro Menotti. Gli operai colpiti erano fermi dietro la sbarra del passaggio a livello). Roberto Rovatti, presumibilmente, veniva linciato con i calci dei fucili, in via Santa Caterina, da rappresentanti della Benemerita, quindi gettato in un fosso e freddato con un proiettile alla testa. Ennio Garagnani, in via Menotti, veniva centrato, con buona probabilità, da un colpo partito dal blindato T17 Staghound, appartenente ad uno dei distaccamenti giunti il giorno prima, 8 gennaio, per il presidio: III mobile di Piacenza, VI mobile di Bologna e Ferrara, XX mobile di Cesena, della Polizia di Stato. Il blindato mirava alla folla. L’11 gennaio successivo, ai funerali dei malcapitati, saranno presenti 300mila persone, inclusi Palmiro Togliatti, segretario generale del Partito comunista italiano, con Giuseppe Di Vittorio, segretario generale della Cgil. Il fatto di sangue porterà, il 12 gennaio, alla fine del V governo presieduto dal democristiano Alcide De Gasperi. Tutta la vicenda verrà rievocata nel volume di Lorenzo Bertucelli, intitolato “All’alba della Repubblica. Modena, 9 gennaio 1950: l’eccidio delle Fonderie Riunite”, che sarà pubblicato da Unicolpi, di Milano, nel 2012.