Autonoma sistemazione, una proposta

Il collega Giancarlo De Risio ha diffuso questa nota su come potrebbero essere ridotte le spese per l'autonoma sistemazione. Personalmente condivido quasi tutto e forse è il caso che anche gli amministratori comunali invece di lamentarsi soltanto, comincino a prendere misure serie per ridurre i costi.

AUTONOMA SISTEMAZIONE, RIDURRE IL CONTRIBUTO SECONDO IL REDDITO
di GIANCARLO DE RISIO

L'AQUILA- Non sarà certo popolare, ma è il caso di cominciare a dire con molta chiarezza che il governo non è più nelle condizioni di erogare il contributo di autonoma sistemazione così come è stato fatto fino ad oggi. Dice il governo: la distribuzione generalizzata del Cas tra abbienti e non abbienti, tra "ricchi" e "non ricchi" poteva andar bene nei mesi immediatamente successivi al sisma, quando la ricostruzione non era stata neppure avviata e la popolazione non si era ancora ripresa dall'evento drammatico che l'aveva colpita. Ma oggi le condizioni sono cambiate.

Le attività commerciali, sia pure delocalizzate, hanno ripreso vigore. Alcune, nei centri commerciali, vanno meglio di prima. Anche i nuclei familiari si sono stabilizzati, i dipendenti, specie quelli con posto fisso, hanno saputo adattarsi alla nuova situazione. Per questo il contributo di autonoma sistemazione va ripensato, perché, è sempre l'opinione del governo, una sua riduzione è nelle cose. Perciò, aggiungiamo noi, meglio che lo facciano coloro che sono addetti all'emergenza post sisma, ossia la Struttura commissariale e il Comune.

Ed è bene che lo facciano in questi tre mesi di proroga, per non arrivare alla scadenza senza un progetto, senza un'idea, senza un piano preciso. Perché allora i tagli li farebbe il governo, e in maniera indiscriminata come ha fatto oggi mandando a casa i ragazzi del Formez che avevano fornito un aiuto molto valido ai terremotati, ai tecnici, agli assegnatari degli alloggi, delle case dei villaggi, del Map, del contributo di autonoma sistemazione. Di più. Il governo il problema lo ha già posto sottolineando la necessità di rivedere, rimodulare, razionalizzare. Il che significa, in parole povere e chiare, tagliare.

Ci si rende conto che il problema scotta e che non è di semplice soluzione, ma tocca ai nostri amministratori affrontarlo e risolverlo. Il governo di Roma sostiene che in tempi di magra, in cui bisogna stringere la cinghia, non è possibile che all'Aquila il ricco e il povero vengano trattati allo stesso modo, tanto più che ci sono ricchi che hanno fatto i furbi, mandando, ad esempio, moglie e figli ad abitare nell'appartamento di fronte e sullo stesso pianerottolo per avere un contributo maggiorato.
Una soluzione potrebbe essere la riduzione del Cas secondo il reddito: chi più ha meno riceve, e chi ha poco o nulla mantiene il contributo quasi per intero.

La parte di contributo che viene tagliata potrebbe inoltre essere portata in deduzione nella denuncia dei redditi. Ancora. Si potrebbe tener conto della situazione prima del terremoto con un taglio del Cas, per chi era in affitto, maggiore di quello a carico di chi era proprietario dell'abitazione danneggiata. E le due cose, situazione abitativa pre sisma e reddito, potrebbero essere combinate. Ci rendiamo conto che un discorso del genere è impopolare, ma è molto difficile che il governo Monti conceda per l'autonoma sistemazione i quasi 70 milioni dati per il 2011. E' bene dunque che commissario e sindaco, e quanti altri si occupano dell'emergenza post sisma comincino a studiare il da farsi senza perdersi in chiacchiere.

http://www.aquilatv.it/news/3794-autonoma-sistemazione-ridurre-il-contributo-secondo-il-reddito.html