Cialente , il governo e Totò

Leggendo le cronache di oggi, 18 maggio 2013, emergono due notizie: la prima è che il governo almeno per ora non intende stanziare il miliardo che chiede a gran voce il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente da aggiungere a quello già deliberato (ma non ancora arrivato nelle casse del Comune ) dal Cipe a dicembre (scaglionato tra l’altro in tre anni) per la ricostruzione dell’Aquila, delle frazioni e dei paesi del cratere. La seconda è che nei confronti del primo cittadino, che ormai attacca tutti , c’è una certa insofferenza anche dentro il Pd _ stesso partito del sindaco _ e non tanto in quello locale (che pare allineato e coperto anche se la senatrice Pezzopane sembra più prudente e meno barricadera di Cialente) quanto in quello regionale. Due consiglieri regionali del partito democratico non hanno gradito le esternazioni del sindaco a proposito della loro presunta ignavia nel proporre una legge sulla ricostruzione. Anche il sottosegretario Giovanni Legnini (sempre Pd) appare infastidito da un protagonismo di Cialente che per adesso non ha portato a nulla di concreto e che anzi starebbe provocando l’orticaria pure ad esponenti del governo Letta. Insomma il rischio di un Cialente sempre più isolato è reale. Ma la questione , evidentemente, non è il destino politico del sindaco, ma quello reale di una città. Oggi , 18 maggio , siamo sempre al punto di partenza: non c’è un euro e i cantieri nei centri storici non possono aprire. Aspettiamo domani. Basta che non finisca come la battuta di Totò: pago? Domani. Sempre domani.