TERREMOTO

L'Aquila e i conti con il suo passato

In questi giorni (ma non è una novità) il chiacchiericcio aquilano è sempre alla ricerca della polemicuccia del giorno fatta di botta e risposta fra i nuovi padroni del vapore e i vecchi che magari ancora non hanno digerito la sconfitta politica di giugno. Sono passate invece quasi sotto silenzio due notizie che anche nell'arena politica (dove spesso si finge di litigare di giorno e si va poi a braccetto di notte e all'Aquila questa sorta di rissoso consociativismo sta facendo scuola) avrebbero meritato almeno un quarto d'ora di celebrità.

Parlo della chiusura definitiva di Intecs, l'ultima azienda di quel “mitico” polo elettronico che per quasi trenta anni è stato il polmone economico della città (cambiandone persino usi e costumi), e della mai avviata (pur essendo stata istituita oltre un anno fa) commissione di inchiesta parlamentare sul post sisma aquilano (e magari qualcuno avrà tirato pure un sospiro di sollievo). Due fatti che dimostrano come L'Aquila ancora una volta ha paura di fare i conti con il suo passato. Approfondire, capire, spiegare è troppo rischioso. Nessuno ne uscirebbe bene e allora è meglio rimuovere.

Ps: in passato ho preso di mira più volte il sindaco Cialente che a sua volta non ha lesinato critiche nei miei confronti. Non credo quindi di far parte della cerchia dei suoi amici fidati. Credo però che non averlo invitato alla riapertura della basilica di Collemaggio sia stato un errore istituzionale (non ho capito bene chi ha fatto gli inviti, ma certo il Comune non poteva non saperne nulla) e anche un gesto umanamente un po' maleducato.