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L'incendio controllato del bosco

Un incendio boschivo per cause naturali è un evento rarissimo. Questo concetto, diffuso da decine di campagne di sensibilizzazione, è in realtà del tutto fuorviante e lascia intendere che l'incendio sia un fenomeno solo artificiale. In realtà, senza l'intervento umano, l'incendio farebbe parte del normale ciclo di vita della vegetazione: gli alberi delle foreste un tempo erano separati dai prati e questa struttura era conservata da periodici incendi spontanei che eliminavano il sottobosco e le piante più piccole. La lotta agli incendi appiccati dall'uomo, portata avanti principalmente negli ultimi duecento anni, ha cancellato anche gli incendi spontanei, che invece avevano una loro utilità ecologica. L'eccessiva protezione dagli incendi spontanei a livello del suolo ha portato ad un accumulo della vegetazione nelle foreste, permettendo alle fiamme di raggiungere più facilmente le chiome degli alberi adulti e da lì diffondersi con più velocità: boschi e foreste di oggi sono, dunque, molto più infiammabili che in passato. Solo in tempi relativamente recenti si è scoperto che neppure gli orsi sono danneggiati dagli incendi: il gruppo di studio guidato da Norman L. Christensen sul grande incendio di Yellowstone nel 1988, ha rivelato che pochissimi grandi mammiferi perdono la vita a causa del fuoco. Anche con le fiamme in vista, poi, continuano placidamente le loro attività senza essere costretti a fuggire via. Attualmente è difficile dire se l'introduzione di incendi controllati possa essere in grado di limitare la pericolosità degli incendi dolosi, perché le riserve naturali hanno completamente alterato l'ambiente. La presenza di detriti vegetali ai piedi di un'albero rende il suolo poco compatto, e di conseguenza le radici possono estendersi al di sopra del suolo: gli alberi di oggi dunque sono più vulnerabili alle fiamme e al calore, e questo limita la loro capacità di sopravvivere agli incendi. Tuttavia Giorgio Vacchiano, ricercatore al Centro comune di ricerca della Commissione europea e membro del gruppo di lavoro sulla gestione degli incendi boschivi della Società Italiana di Selvicoltura ed Edologia Forestale (Sisef), ha ricordato in un'intervista Ansa all'inizio di questa estate alcune proposte del suo gruppo di lavoro: in particolare "rendere i boschi meno suscettibili ai grandi incendi" con il "fuoco prescritto", roghi controllati coi quali in inverno si bruciano solo foglie o rami fini togliendo ai boschi pericoloso combustibile. L'Abruzzo potrebbe essere la regione ideale per sperimentare interventi di questo tipo.