Gabriele Puccia nel suo ultimo video

TURNO DI NOTTE

Quei video con gli ultimi istanti di Gabriele

«Nel caso andasse tutto male, e qua faccio le corna, chiedo scusa a tutte le persone alle quali ho fatto del male, chiedo scusa a chi ho tradito». Non sapeva che queste sarebbero state le sue ultime parole consegnate al mondo, Gabriele Puccia, un fisioterapista mantovano di 27 anni morto, poco dopo averle pronunciate, precipitando per una decina di metri mentre era impegnato in un’escursione in Veneto. Il suo corpo è stato trovato l’altro ieri alle 3 del mattino in un burrone in una località chiamata Rio Mondrago, in Valsorda. Quelle parole, Gabriele, le aveva affidate ad alcuni video postati su WhatsApp. In altri filmati il giovane dice: «Non ricordo dove ho parcheggiato la macchina, magari riesco a trovare la via del ritorno»; e «Mi presento a fare un’escursione con un paio di scarpe da ginnastica normali». «Il cinema», diceva Jean Cocteau, «è la morte al lavoro». Cristallizzando per sempre gli ultimi istanti di vita di una persona, quei video sono una sorta di inveramento dell’intuizione dello scrittore francese. Possiamo solo immaginare la pena con la quale quegli estremi momenti saranno visti e rivisti dalle persone che amarono Gabriele Puccia. Un dolore che la nuova tecnologia aggiunge a quello naturale della perdita di una persona cara. Una pena che finora ci era risparmiata, un lutto perpetuo.

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