TURNO DI NOTTE

Scuole a rischio, il sogno di Pasolini

Chi l’avrebbe detto che a realizzare il sogno di Pasolini di abolire la scuola avrebbe potuto pensarci, un giorno, la natura in combutta con l’imperizia degli italiani. Lo stato spesso indecente dell’edilizia scolastica nelle terre colpite dal terremoto come l’Abruzzo potrebbe inopinatamente rendere concreto il piano utopico (o distopico, secondo i punti di vista) accarezzato dal poeta delle Ceneri di Gramsci. Fu in uno di quei suoi editoriali sulla prima pagina del Corriere della Sera, postumamente raccolti negli Scritti corsari, che Pasolini lanciò la provocatoria (ma non tanto) idea di chiudere la scuola media e di far terminare l’obbligo scolastico alla quinta elementare. L’articolo apparve sulla prima pagina del quotidiano milanese il 18 ottobre del 1975, due settimane prima che lo scrittore fosse ucciso all’Idroscalo di Ostia. «La scuola dell’obbligo è una scuola di iniziazione alla qualità di vita piccolo borghese: vi si insegnano delle cose inutili, stupide, false, moralistiche», scriveva Pasolini aggiungendo: «Una buona quinta elementare basta oggi in Italia a un operaio e a suo figlio». Erano ragioni ideologiche – la volontà di opporsi all’omologazione antropologica prodotta della società dei consumi – a spingere Pasolini a dettare questa ricetta estrema. Oggi sarebbe la necessità di evitare ai nostri figli una sorte ancora più tragica.

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