Storie di straordinaria mobilità

Questa è una intervista fatta lo scorso estate. La pubblichiamo con ritardo adesso ma è utilissima per capire quanto sia poco cambiato il contesto di riferimento. Per capire meglio è possibile farsi un giro sulla pista in questione. Con attenzione.


Simona Roberto intervista Il Centro ottobre 2012

PESCARA - Ecco la storia della famiglia di Roberto, anni 44, e Simona anni 38. Al seguito: Sara 15, Dario 13, Luca 6 ... più una femminuccia, Lisa, in arrivo. La loro casa, che Roberto ha praticamente costruito da solo, si trova nei paraggi del cementificio e quindi a due passi dalla pista ciclabile provinciale, quella parallela all’asse attrezzato.

QUANTE BICICLETTE AVETE IN CASA?
Sette, ma nessuna nuova, tutte usate o in qualche modo riassemblate. Biciclette nuove le abbiamo anche avute ma ce le hanno rubate.
DI SOLITO QUANDO ANDATE IN BICICLETTA?
“Tranne che per lavoro, che per me è troppo lontano“ dice Simona ”io la uso sempre”. “Quando è possibile“ aggiunge Roberto ”e sicuramente di più nella bella stagione. Se posso ci vado anche al lavoro. Durante il tempo libero invece le usiamo tantissimo, soprattutto per andare al mare. Da casa nostra fino allo stabilimento Barracuda facciamo il percorso tutto sulle piste ciclabili”.
MA PRIMA CHE CI FOSSERO LE PISTE?
“Ci si arrangiava” dice Simona. “Passavamo tantissimo sul marciapiede sul lungomare, il tratto più sicuro e tranquillo. A quell'epoca la preoccupazione maggiore era di andare sotto qualche macchina. Ci mettevamo tutti in fila e si andava”. Aggiunge Roberto: “Per noi la pista ciclabile provinciale, quella che arriva fino alla Fater e che ci passa davanti casa, è stata la svolta: un’idea fantastica”.
Riprende Simona: “La prendono anche i nostri figli per andare a scuola. Dario frequenta la Pascoli, in via Roma, Sara il Liceo Artistico, in Viale Kennedy. E' un bel po' di strada ma la fanno quasi tutta su piste ciclabili: però ci tengo che vadano sempre insieme, o con qualcuno, specialmente in alcuni momenti della giornata e soprattutto di sera perché la sicurezza di certi tratti non è soddisfacente; girano persone non rassicuranti, troppi tossici, non c'è l'illuminazione, è un posto troppo isolato … A Sara, quando esce da sola, dico di andare sulla strada normale”.
INSOMMA, NON TUTTO LUCCICA…
“Anzi, per niente“ dice Roberto. “Purtroppo, adesso la manutenzione è zero, c’è poco presidio, le aiuole sono sporche, gli arbusti non sono potati, c’è immondizia ovunque, la zona è poco illuminata. Ci vorrebbero delle telecamere e le luci, la pista dovrebbe essere pulita e così non è. C'è troppo degrado e, come si sa, sporco chiama sporco. Insomma un tracciato completamente abbandonato”.
SIMONA, TU CHE NE PENSI DELLA MOBILITÀ CICLISTICA A PESCARA?
”Le piste non bastano, ce ne vorrebbe qualcuna in più. Inoltre sono necessarie più rastrelliere. A volte non sai dove metterla la bici. Quest’anno sul lungomare ho visto biciclette parcheggiate ovunque e i parcheggi non sono quindi più sufficienti. Ormai non si tratta più una questione etica, di salute: molti la usano per il risparmio, la benzina costa tanto, troppo”.
“L'appetito viene mangiando” incalza Roberto. “All'inizio la prendi perché magari vuoi risparmiare qualcosa, ma poi nell'usarla ti accorgi che è bello. Ognuno ha il proprio senso di libertà, ci sono tanti aspetti che vanno bel oltre il risparmio economico, la tutela dell'ambiente: andare in bici è bello, è una dimensione più umana rispetto all'automobile”.
IN CONCLUSIONE …
“Ripeto, la pista ciclabile provinciale è fantastica, ma una volta mi sono dovuto addirittura portare la falce per tagliare le canne che su un lato erano troppo cresciute e mi costringevano ad andare contromano nell’altra corsia. Così proprio non va”.
SIMONA …
“Eh, ci sono cittadini che ritengono importante avere delle belle piste ciclabili. Forse hanno anche voglia di andarle a ripulire, insieme magari: sarebbe bello! Però le piste bisogna anche promuoverle: io ne parlo spesso e molto persone non le conoscono. Quando fai il tratto lungo il fiume ti sembra di non essere in città, ti sembra di essere altrove … insomma, andrebbe valorizzata”.
Be’, il messaggio, anzi i messaggi sono abbastanza chiari: c’è poco da aggiungere.