A 20 anni violenta un’anziana in spiaggia 

Migrante somalo aggredisce una pensionata, ma lei si libera e si salva in mare: «Credevo che mi avrebbe ucciso»

CHIETI. «Mi vuoi sposare?». Con questa frase, ripetuta più volte in un italiano stentato, un ragazzo somalo di 20 anni ha provato l’approccio con una pensionata che faceva yoga in spiaggia, a Ortona, in località Ripari. Poi è saltato addosso alla donna, 68 anni, e l’ha violentata. Solo la reazione dell’anziana, che è fuggita in acqua, e l’intervento dei carabinieri hanno evitato che lo stupro si completasse in modo ancora più orrendo. Shaieb Saleban Nuur, senza fissa dimora con lo status di protezione sussidiaria, è stato arrestato con le accuse di violenza sessuale, atti osceni in luogo pubblico e falsa attestazione sull’identità: adesso, su disposizione del pm Giuseppe Falasca, è rinchiuso nel carcere di Chieti.
L’ALLARME. Tutto comincia intorno alle 11 di mercoledì. Shaieb, che indossa una felpa, pantaloni della tuta e scarpe da ginnastica, si trova alla Marina di San Vito. «Ha preso una birra nel mio bar», racconta Nicola Nardone. «Poi è uscito sul marciapiede mentre arrivava con l’auto mia zia, che si è messa a scaricare la spesa. Lui l’ha subito molestata e lei si è messa a gridare. Si è comportato così, incurante della presenza di 5 o 6 clienti, e si è denudato». Il giovane inizia a masturbarsi, ma qualcuno riesce a telefonare al 112 e anche a fotografarlo. La centrale operativa della compagnia di Ortona invia subito una pattuglia sul posto, ma nel frattempo il somalo si è già allontanato verso Cintoni di Ripari, un tratto di arenile che costeggia l’ex ferrovia.
ASSALTO MENTRE FA YOGA. In spiaggia c’è solo una signora di 68 anni che, quasi ogni giorno, lascia la macchina nel piazzale del vicino distributore Esso e trascorre qualche ora al mare. Quando arriva Shaieb, lei è sotto l’ombrellone, in costume, e sta facendo meditazione. Lui si siede accanto all’anziana, mima una posizione dello yoga e le chiede più volte: «Mi vuoi sposare?». All’improvviso si toglia la felpa e i pantaloni e prova ad abbracciarla. Sono attimi terribili, perché il ventenne aggredisce la donna: le blocca le braccia con violenza, tanto da farle battere la testa su alcuni ciottoli di grosse dimensioni, e la costringe a subire atti sessuali. L’anziana stringe le gambe e, all’inizio, è quasi pietrificata. Dopo qualche secondo prova a reagire: afferra i capelli del violentatore e riesce a divincolarsi, scappando in acqua. In quegli istanti arrivano i carabinieri del maggiore Roberto Ragucci, che hanno visto da lontano la parte finale della scena. Per il somalo scattano subito le manette. All’inizio dà un nome falso ai militari: solo la comparazione delle sue impronte con quelle presenti nel casellario centrale del ministero dell’Interno svela la vera identità. La donna viene soccorsa e trasportata in ambulanza all’ospedale di Lanciano. «Ho avuto paura, credevo potesse uccidermi», confida, sotto choc, ai medici del pronto soccorso che le danno una prognosi iniziale di un mese e dispongono accertamenti sia cardiologici che psichiatrici.
IL PROFILO. Non è chiaro dove Shaieb vivesse nell’ultimo periodo. Di certo è arrivato in Italia clandestinamente, quasi un anno fa, sbarcando sulle coste trapanesi. Fino al mese scorso, quando ha ottenuto lo status di protezione sussidiaria, ha vissuto in un centro d’accoglienza in provincia dell’Aquila. «Durante il periodo in cui è stato da noi», hanno raccontato i responsabili della struttura agli investigatori, «non ha mai dato problemi di nessun genere». Shaieb, difeso dall’avvocato Luigina Alimonti, verrà interrogato stamattina dal giudice Luca De Ninis.
©RIPRODUZIONE RISERVATA