udienza preliminare

A processo l’ex Cda del Consorzio smaltimento rifiuti

In sei sono imputati di abuso d’ufficio in concorso per l’affidamento dell’incarico di supervisore. Udienza il 16 luglio

LANCIANO.

Si andrà a processo. Il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Lanciano, Marina Valente, ha rinviato a giudizio l’avvocato Giacomo Nicolucci per concorso in abuso di ufficio in merito alla sua posizione di supervisore, nel 2009, dell’ex Consorzio comprensoriale smaltimento rifiuti di Lanciano, oggi Ecolan. Assieme a lui, devono rispondere dello stesso reato gli ex componenti del Cda, per avergli affidato e rinnovato l’incarico, ossia l’ex presidente Riccardo La Morgia, l’ex vicepresidente Nicola Di Toro, e gli ex componenti del Cda, Luigi Toppeta, Camillo Di Giuseppe e Nicola Carulli. Il processo è fissato al 16 luglio data in cui deve iniziare il procedimento per il quale i 5 ex componenti del Consorzio erano stati già rinviati a giudizio per abuso di ufficio continuato in concorso per la violazione dell’articolo 27 dello statuto consortile che stabiliva che l’assemblea dei 53 sindaci-soci aveva la competenza di determinare i compensi e per la mancata riduzione delle indennità del 50% come previsto dalla Finanziaria del 2008 per gli amministratori di un Comune con popolazione pari a quella del Consorzio. E per il fatto che, seppur decaduti per scadenza di mandato nel giugno 2009, sono rimasti in carica fino al 15 ottobre 2009 - tranne Di Giuseppe dimessosi a luglio 2009 - e non avrebbero convocato l’assemblea dei soci per il rinnovo delle cariche.

Accuse queste respinte dagli imputati che ricordano che per la riduzione del 50% dei compensi la Finanziaria 2008 rimandava per l’applicazione a un decreto ministeriale che non è mai stato promulgato. Una decisione, quella del giudice Valente, che ha ribaltato quella della collega Flavia Grilli che aveva assolto gli imputati in quanto non aveva ravvisato violazioni, né da parte del Cda, né di Nicolucci poiché questi, avvocato, non avrebbe svolto incarichi di direttore, carica rimasta vacante per sei mesi, ma avrebbe solo implementato il suo lavoro di consulente legale nella società.

Sentenza di proscioglimento impugnata dal procuratore capo Francesco Menditto in Cassazione.

Teresa Di Rocco