Abruzzo, Confindustria ai vescovi: "Il petrolio non è il demonio"

L’industria petrolchimica non è il demonio: così Confindustria di Chieti dopo la recente presa di posizione della Conferenza Episcopale Abruzzo e Molise

CHIETI. L’industria petrolchimica non è il demonio. A sostenerlo è Confindustria di Chieti che replica con veemenza alla recente presa di posizione della Conferenza Episcopale Abruzzo e Molise, in favore della realizzazione del Parco nazionale. «È senz'altro condivisibile nei termini in cui si vuole dare una accelerazione a progetti e investimenti in favore del turismo, delle produzioni tipiche, delle piccole imprese. Ma tutte queste istanze non prescindono dall'imprenditorialità dei progetti stessi, che per rendere i propri effetti a favore del territorio non possono rinunciare al perseguimento di un giusto profitto. Se invece» sottolinea Confindustria «si intende promuovere il parco non “per” un risultato ma “contro” l'impresa e contro talune attività economiche (quali quelle connesse agli idrocarburi) allora non si può condividerne né i presupposti né le conclusioni». Per l’associazione «la sostenibilità etica, sociale, ambientale non appartiene ad un solo settore produttivo, o ad una specifica forma di impresa e non ad altre. È la modalità di svolgimento dell'attività di impresa a darne la cifra etica e la sostenibilità. Anche la produzione di idrocarburi, che in Abruzzo è presente dagli anni '30 senza mai aver dato alcun segno negativo di sé, può e deve essere effettuata nel rispetto del territorio e della salute dei cittadini come da sempre è stato. Al riguardo» prosegue « non si deve dimenticare che nel settore idrocarburi si è sviluppato nei decenni un tessuto di imprese di alta qualità che hanno dato lavoro e ricchezza al territorio, convivendo con tutti gli altri ambiti produttivi. Purtroppo questa realtà di centinaia di imprese e migliaia di lavoratori abruzzesi è volutamente ignorata, salvo nel momento in cui esplodono le crisi aziendali. Per rimanere solo ai due ultimi casi la cessazione dell'attività della Iniziative Industriali e la crisi della Parker su Ortona hanno aggiunto» tiene a sottolineare Confindustria «altre decine di posti di lavoro alle centinaia già perse tra le imprese dell'indotto idrocarburi negli ultimi due anni. Contemporaneamente alla presa di posizione della Ceam anche il segretario della Cgil ha tuonato contro “la petrolizzazione”.

Ma né dall'una parte né dall'altra abbiamo sentito una parola di solidarietà per le famiglie che hanno perso (e le altre che rischiano fortemente di perdere) il proprio reddito. Eppure» è la stoccata finale «da chi ha tanto a cuore le sorti dell'uomo e del creato sarebbe lecito attendersi una qualche attenzione anche ai problemi economici delle persone. Se oltre le scomuniche, il terrorismo ambientalista, c'è spazio per un serio dialogo, basato sulla conoscenza, e non sul facile consenso populista».(y.f.)

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