Abusò di una ragazzina, al via il processo

Sessantenne imputato di atti sessuali su una tredicenne: la violenza in un casolare

VASTO. Sessanta anni lui, 13 anni lei. L'uomo l'avrebbe violentata dopo averla condotta in un casolare di campagna. L'ennesima triste storia di infanzia violata è al vaglio dei giudici del tribunale di Vasto. La vicenda risale a 4 anni fa. La sentenza del tribunale di Vasto è prevista per il 27 marzo. Martedì il collegio giudicante - presidente Antonio Sabusco, giudici a latere Giovanni Falcione e Michelina Iannetta - ha sentito la testimonianza del padre dell'adolescente e del medico.

Il medico è quello che per primo visitò la tredicenne dopo la denuncia, una ginecologa dell'ospedale Renzetti di Lanciano.

Il processo si tiene a porte chiuse. «E' assolutamente necessario evitare qualsiasi turbamento della ragazzina. Ha già sopportato davvero tanto», spiega l'avvocato Fiorenzo Cieri che con il collega Vincenzo Mastrangelo rappresenta la famiglia della tredicenne.

Secondo l'accusa rappresentanta dal pubblico ministero Enrica Medori, nel periodo che va da maggio a giugno 2008 l'uomo, approfittando della fiducia che la ragazzina riponeva nei suoi confronti, l'avrebbe condotta in un casolare di campagna e avrebbe abusato di lei.

La violenza avvenne per due volte. Dopo il secondo episodio l'adolescente, turbata e spaventata, decise di raccontare tutto ai genitori. Increduli e sconcertati i familiari dell'alunna riferirono tutto ai carabinieri.

La tredicenne venne poi visitata da una ginecologa del Renzetti. L'uomo, che all'epoca lavorava come impiegato in un ente pubblico, venne denunciato. Davanti alle contestazioni dei carabinieri tentò di negare.

E continua a farlo a distanza di quattro anni. Il compito dei difensori dell'uomo, gli avvocati Umberto Del Re e Domenico Manzi. non è facile.

I due legali stanno comunque cercando con ogni mezzo di smontare le accuse. Martedi si è svolta la prima udienza. La ragazzina non era in aula: sarà ascoltata nell'udienza del 27.

Il suo racconto sarà fondamentale per l'esito della vicenda giudiziaria. Il sessantenne rischia una condanna non inferiore a 4 anni oltre al risarcimento della parte lesa. La vittima si è costituita parte civile. (p.c.)

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