Abusa di una bambina a 75 anni, arrestato

Indagata anche la madre della piccola con la quale l'uomo ha vissuto. Le diceva: fallo fare

LANCIANO. Violenza sessuale ripetuta su minore: è con questa accusa che è stato arrestato ieri dai carabinieri di Lanciano, Francesco Paolo Pasquini, 75 anni. L'uomo avrebbe abusato di una bimba di età inferiore ai 10 anni durante il periodo in cui ha convissuto in casa con la madre della piccola. La donna, pur sapendo delle violenze, raccontate dalla figlia, le ha tollerate ed è stata quindi arrestata per favoreggiamento e poi scarcerata. La custodia in carcere è stata disposta dal Gip del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, su richiesta del sostituto procuratore Rosaria Vecchi. L'avrebbe dovuta proteggere, invece, quando la figlia le ha chiesto aiuto, le ha risposto: «Fallo fare».

«E' una frase che aggiunge dramma al dramma e che una madre non dovrebbe mai dire», ha sostenuto il sostituto procuratore Vecchi titolare dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Francesco Paolo Pasquini, 75 anni, di Lanciano, per violenza sessuale ripetuta su minore. Invece la donna l'ha detta e ripetuta ed è per questo che un mese fa è stata arrestata per favoreggiamento. La custodia in carcere si è resa necessaria anche per evitare che la donna inquinasse le prove durante l'incidente probatorio. Poi, infatti, è stata scarcerata.

Ieri, invece, è finito in manette l'aguzzino della piccola, il presunto pedofilo. «Di solito la custodia cautelare in carcere non viene disposta per le persone che hanno più di 70 anni», ha precisato il procuratore capo Francesco Menditto, «in questo caso, invece, il Gip Canosa ha firmato il provvedimento perchè è un reato grave, avvenuto in ambito domestico, visto che l'anziano ha convissuto per un periodo in casa della madre e della bambina». Ed è in casa che avrebbe abusato della piccola.

Arrivare all'arresto non è stato facile: ci sono voluti due mesi di indagini serrate da parte di carabinieri e Procura perché, nel frattempo, l'anziano non viveva più nella casa degli orrori, che continuava ad essere frequentata da altri uomini visto che la donna, come ripetuto dal sostituto procuratore Vecchi, «aveva una vita movimentata».

A rallentare le indagini è stato anche il ritardo con cui gli operatori scolastici hanno segnalato il caso alla procura. La bimba, infatti, aveva trovato nella scuola quella comprensione che non aveva avuto a casa, ma i maestri hanno preferito affrontare il caso da soli, pur non avendo l'esperienza e le capacità giuste, piuttosto che rivolgersi subito alle autorità: lo hanno fatto con 7 mesi di ritardo.

«Un errore fatto per superficialità che ha danneggiato le indagini e la bambina», ha sottolineato Menditto che ha così deciso di inviare alle scuole un decalogo con le direttive da seguire in caso di maltrattamenti o abusi su minori. Di certo il primo punto sarà quello di rivolgersi subito alle autorità.

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