il caso

Abusi sessuali, annullata la condanna al sindaco di Perano

In appello a Gianni Bellissario erano stati inflitti quaranta mesi di reclusione. La Cassazione annulla la sentenza e ordina un nuovo processo a Perugia

PERANO. Processo da rifare per il sindaco di Perano, Gianni Bellisario, condannato in appello per violenza sessuale su una ragazza, oggi 22enne. La Corte di appello dell’Aquila gli aveva inflitto tre anni e quattro mesi di reclusione e per cinque anni lo aveva interdetto dai pubblici uffici. La terza sezione penale della Cassazione ha, però, annullato la sentenza, rinviando gli atti del processo alla Corte di appello di Perugia, chiamata adesso a decidere delle sorti del sindaco. I giudici perugini proveranno a mettere un punto, se possibile, a una storia che scuote il paese sangrino da ormai cinque anni.

Era il pomeriggio del 27 maggio 2010 quando la ragazza, presunta vittima della violenza, presentò ai carabinieri di Atessa una denuncia contro il sindaco Bellisario, che l’avrebbe costretta ad avere un rapporto sessuale nei pressi di un cantiere edile. Quel giorno la ragazza si era recata dal primo cittadino per prospettargli un problema di lavoro e lui le avrebbe chiesto di seguirla nel cantiere dove doveva fare un sopralluogo, dicendo che l’avrebbe ascoltata proprio durante il tragitto in macchina fino al cantiere. Qui invece, secondo l’accusa, avrebbe abusato di lei.

I carabinieri di Atessa si recarono subito sul posto indicato dalla ragazza e trovarono dei fazzoletti sporchi di liquido seminale che le analisi dei Ris confermarono essere di Bellisario. Durante il processo in primo grado, svolto con rito abbreviato nel 2012, gli avvocati del primo cittadino, Massimo Biscardi e Augusto La Morgia, poggiarono la loro requisitoria sull’inattendibilità della ragazza e sul fatto che, presumibilmente, fosse consenziente, facendo richiesta di assoluzione alla corte. Il pubblico ministero dell’epoca, Ruggiero Dicuonzo, e l’avvocatessa della ragazza, Danielle Marguerite Mastrangelo del foro di Pescara, chiesero invece la condanna ad otto anni di reclusione sulla base di una consulenza psicologica che definì la ragazza «attendibile e non consenziente».

Il giudice Francesco Marino, nel giugno 2012, accolse la tesi difensiva e assolse il sindaco «perché il fatto non costituisce reato». In pratica, stabilì il tribunale frentano, il rapportò ci fu poiché la ragazza era consenziente.

Nel maggio scorso, a poche ore dal voto per le elezioni comunali a Perano, con Bellisario candidato per il secondo mandato, arrivò la condanna di appello. La sentenza non scalfì il primo cittadino, avvocato ed ex ufficiale della guardia di finanza, che vinse anche le elezioni. Ora è arrivata la pronuncia della Cassazione che ha annullato la condanna e ordinato un nuovo processo. Si svolgerà a Perugia sulla base delle indicazioni fornite dalla Cassazione stessa, che le renderà note non prima di un paio di mesi.

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