Abuso edilizio, ordinanza contro la Sasi

Il Comune chiede l’abbattimento di un immobile accanto alla sede ristrutturato senza permesso

LANCIANO. «La Sasi deve procedere alla demolizione e al ripristino dello stato originario dei luoghi». È l’ordinanza emessa dal Comune di Lanciano nei confronti della società che gestisce il servizio idrico integrato in 92 comuni chietini, responsabile di un presunto abuso edilizio: il cambiamento della destinazione d’uso di un immobile, usato come ufficio, senza autorizzazione.

Non c’è pace, duque, per la società dei Comuni. Dopo le polemiche sulle presunte assunzioni fatte dal consiglio di amministrazione (Cda) dell’ente senza concorso e respinte dal presidente Domenico Scutti, le accuse tra centrodestra e centrosinistra sulla mancata fusione con l’Isi (società del patrimonio) i presunti buchi nei bilanci e i problemi legati alle difficoltà nell’erogazione dell’acqua, l’inchiesta della Procura di Lanciano sul funzionamento di un centinaio di depuratori, ora è un abuso edilizio a far finire sotto i riflettori la società.

Il Comune ha emesso un’ordinanza di demolizione e ripristino dello stato originario di uno stabile accanto alla sede centrale della Sasi, in contrada Follani, usata dall’ente come ufficio, pur non essendo tale. La Sasi, deve quindi abbattere la struttura e ha tempo fino alla metà di febbraio per procedere con la demolizione che poi scatterà d’ufficio.

Secondo quanto ricostruito dall’ufficio urbanistica, che ha effettuato un sopralluogo in seguito a un esposto pervenuto nell’ufficio sulla struttura, la Sasi avrebbe nel 2004 proceduto con la ristrutturazione dello stabile esistente, modificandolo interamente e cambiandone anche la destinazione d’uso. Il tutto senza permessi e autorizzazioni.

«Sasi e Comune continuano a scivolare sul bagnato», attacca il consigliere comunale di opposizione Marco Di Domenico (Pdl), «vanno d’accordo per questioni politiche, presunte assunzioni e modifiche dei Cda, ma scivolano poi il Comune sull’utilizzo improprio di acqua potabile per innaffiare il campo in erba dello stadio Biondi mentre in città mancava l’acqua, e la Sasi per presunti abusi edilizi. Per non parlare poi della sistemazione alquanto discutibile delle strade, da parte della società che gestisce il servizio idrico, dopo le riparazioni di fogne e tubature». (t.d.r.)

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