CHIETI

Acqua razionata, scoppia la rabbia dei cittadini: "Basta, siamo esasperati"

Allo Scalo riduzione della fornitura fino al 4 luglio, i residenti: "Ai piani alti dei palazzi la vita è impossibile, i rubinetti quasi a secco anche di giorno"

CHIETI. Con la calura estiva si riaccendono le proteste per la mancanza d’acqua a Chieti Scalo. Cittadini esasperati non sanno più a chi rivolgersi. L’Aca parla di carenza idrica diffusa, dovuta a stagioni particolarmente povere di pioggia, il Comune sottolinea che la gestione non è sua e che sta dialogando con l’azienda acquedottistica, entrambi gli enti ricordano inoltre che l’acquedotto teatino è ridotto a un colabrodo a causa della cronica mancanza di manutenzione. Ma intanto a Chieti Scalo, ai piani alti delle palazzine senza autoclave, non solo i rubinetti sono a secco di notte, ma durante il giorno esce a mala pena un filo d’acqua.

MONTA LA RABBIA. Dario Gentile abita al quarto piano di uno stabile in via Benedetto Croce al civico 140. Siamo nella parte centrale dello Scalo ma la palazzina è senza autoclave. "Qui la vita è impossibile", dice, "sto raccogliendo le firme per fare una petizione da inviare all’Aca, che ho anche denunciato, richiedendo 8mila euro di danni, patrimoniali e non, perché la caldaia si è bruciata proprio a causa della mancanza d’acqua. La petizione servirà per far sentire lo sdegno e la rabbia di noi residenti di Chieti Scalo che continuiamo a pagare le bollette, anche salate, per un servizio che non abbiamo. Perché dal terzo piano in poi l’acqua arriva con il contagocce". Non solo la petizione. Gentile minaccia di organizzare uno sciopero delle bollette e se la prende anche con la nuova amministrazione comunale, alla quale chiede di "tutelare i cittadini di Chieti nei propri diritti, come quello all’acqua, altrimenti siamo pronti a presentarci a casa del sindaco per fare una doccia, visto che a casa nostra non la possiamo fare. Abbiamo fatto diverse proposte per risolvere il problema della mancanza di pressione, ma non sono mai state prese in considerazione. Segno che, evidentemente, non si vuole davvero risolvere".
PIANI ALTI IN CRISI. Orsola Mosciano abita al quinto piano e, nonostante abbia installato un’autoclave, non riesce ad avere acqua a sufficienza: "Neanche in questo modo riesco a condurre una vita normale", dice, «e il problema si ripresenta anche nel corso dell’anno. A novembre scorso, ad esempio, la situazione è stata difficilissima. Ovvio che l’estate, con la necessità di utilizzare più acqua rispetto alla stagione fredda, il problema si sopporta meno. Tutto questo da circa 10 anni a questa parte. E più si va avanti, più è peggio". Ai piani alti ci si organizza con secchi da riempire e bottiglie d’acqua comprate accatastate in caso di emergenza. "L’acqua va via dalle 23.30 alle 6 del mattino", dice Rita Marinilli, "e quando la mattina riapriamo il rubinetto esce prima aria, poi acqua per niente limpida, di colore quasi marrone, e poi il colore diventa normale. Il problema c’è stato anche in inverno, noi abbiamo avuto elettrodomestici e caldaia rotta".

Elisa Iacovozzi, inquilina del quarto piano, si è stancata di chiamare l’idraulico: "Lo chiamavo ogni volta che la caldaia non partiva, lui controllava e mi diceva che era tutto a posto, era l’acqua che mancava. Ormai ho capito. Ho parlato anche con qualcuno dell’Aca, ma non mi sanno dire nulla se non che il problema e a monte, alle sorgenti, dove manca l’acqua. Noi, però, in questa maniera non possiamo andare avanti".
IL COMUNE In campagna elettorale il vicesindaco Paolo De Cesare aveva annunciato azioni eclatanti contro l’Aca per sanare la carenza idrica che si avverte particolarmente nella parte bassa della città. "Sono sempre disponibile a lottare a fianco dei cittadini per i loro diritti", dice ora, «devo ricordare, però, che non si tratta di una competenza diretta del Comune e che l’ente non può fare altro che dialogare con l’Aca, cosa che stiamo facendo".
Di mezzo c’è anche il contenzioso tra i due enti: l’Aca è uno dei grandi creditori del Comune con il quale l’amministrazione sta cercando la strada dell’accordo per non essere costretta a pagare tutto e subito.

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