Addio all'avvocato Blaga, l’ex parà che liberò Chieti

É morto a 95 anni l’avvocato che giovanissimo della divisione Nembo mandò via i tedeschi dalla sua città

CHIETI. Donato Blaga, il 24enne paracadutista della divisione Nembo, che il 9 giugno del 1944, insieme ad altri 8, liberò Chieti, la sua città, da nove mesi di oppressione nazifascista, è morto ieri nella sua abitazione di corso Marrucino all’età di 95 anni. Donato Blaga, croce al merito dell’esercito e diploma d’onore della Folgore, era anche un raffinato avvocato, civilista, toga d’oro, di una generazione dove la professione di legale era improntata su preparazione e competenza.

Stimato dai colleghi per la sua correttezza, riservato con i più, piacevole conversatore con gli amici, Blaga uomo colto, dall’aspetto prestante era anche uno sportivo, appassionato soprattutto di calcio, sport che iniziò a praticare da giovanissimo quando era studente del liceo classico Vico e fino a quando la guerra non chiamò a sé giovani vite.

Si arruolò nella divisione Nembo di Tarquinia, nell’estate del 1943 fu inviato di stanza in Sardegna. Entrò a Chieti nel tardo pomeriggio di quel 9 giugno, dalla parte del cimitero di Sant’Anna, dopo essere rimasti per tutto l’inverno del ’43 nella linea Gustav. Era insieme ad altri 8 e quando entrarono a Chieti a piazza Garibaldi furono accolti con i fiori.

Era tenente Donato Blaga e tornò nella sua Chieti per liberarla, nonostante gli alleati inglesi non avessero inserito la città nei piani di attacco. Si rischiò di creare un incidente diplomatico, ha raccontato l’anno scorso, durante la celebrazione dei 70 anni dalla Liberazione il suo amico Pasquale Fazio, ex parà calabrese. Ma il comandante della divisione Nembo disse ai generali inglesi che la maggior parte dei soldati dell’esercito di liberazione era abruzzese e che l’avanzamento non poteva essere impedito.

Classe ed eleganza erano le qualità di Donato Blaga, che non potevano sfuggire anche all’occhio più disattento.

L’ex parà lascia la moglie Santina, i figli Vincenzo con Maria Pia, Vittorio con Antonella e Alessandra con Sergio e la nipote Giorgia.

Il presidente dell’ordine degli avvocati Pierluigi Tenaglia e tutto l’ordine hanno diffuso un manifesto di cordoglio ricorardando le doti umane e professionali e quanto l’avvocato Blaga fosse modello di riferimento per le giovani generazioni.

«Viene meno uno dei decani del foro che per tantissimi d’anni ha dato lustro all’avvocatura teatina», ha commentato commosso il presidente Tenaglia.

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