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Alga tossica in mare Il sindaco Di Rito: fenomeno naturale

ROCCA SAN GIOVANNI. «Le mie doverose scuse le porgo volentieri alle migliaia di turisti che ci hanno onorato della loro presenza e non ad Alessandro Lanci». Il sindaco di Rocca San Giovanni, Gianni...

ROCCA SAN GIOVANNI. «Le mie doverose scuse le porgo volentieri alle migliaia di turisti che ci hanno onorato della loro presenza e non ad Alessandro Lanci». Il sindaco di Rocca San Giovanni, Gianni Di Rito, torna sulla vicenda della proliferazione di un’alga tossica nella spiaggia della Foce e su tutto il litorale del paese costiero. Lanci, come presidente dell'associazione Nuovo Senso Civico, aveva raccolto numerose testimonianze di malori e fatto appello al sindaco Di Rito di chiudere la spiaggia in via precauzionale.

L’ordinanza di divieto di balneazione è arrivata invece solo qualche giorno dopo rispetto ai primi allarmi, e a seguito di una denuncia da parte del sindaco contro ignoti per procurato allarme. «Ho aspettato di avere dati certi in mano», si giustifica il sindaco, «e personalmente ho preteso analisi più accurate. Ringrazio il signor Lanci per la sua attività di volontariato rivolta alla tutela dell’ambiente, ma io e la mia amministrazione comunale non abbiamo bisogno nè di stimoli nè di consigli sull’ambiente. Per noi parlano i numerosi e prestigiosi riconoscimenti ottenuti come la Bandiera blu, il raggiungimento del 72% nella raccolta differenziata e soprattutto le 4 vele verdi di Legambiente, unico comune abruzzese ad avere questo riconoscimento. Niente scuse», prosegue Di Rito, «a chi forse cerca ulteriore visibilità. Anche sulla battaglia alla petrolizzazione io e la mia amministrazione siamo sempre stati in prima linea e siamo pronti a tutto per evitare questo scempio. L’inconveniente della presenza dell’alga è invece del tutto naturale».

Intanto restano chiuse tutte le spiagge di Rocca San Giovanni, da Vallegrotte al Cavalluccio, e la spiaggia davanti l’ex stazione di Fossacesia per la concentrazione anomala dell’ostreopsis ovata, alga di origine tropicale che prolifera in acque molto calde e può causare, nei periodi di fioritura, intossicazioni i cui sintomi variano da dolori alla trachea, difficoltà respiratorie, tosse, congiuntivite fino alla febbre.

Questo tipo di alga, secondo la ricercatrice della Fondazione Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro, Cristina Ingarao, non aveva mai provocato fenomeni di bio-intossicazione in Abruzzo, ma era stata notata nel Conero e a Bari. Decine di persone domenica scorsa, avevano accusato malori, dieci di loro si erano rivolti anche al Pronto soccorso. Finora non ci sono stati ulteriori malesseri. (d.d.l.)

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