Amianto, legge anti-discarica

Il consigliere D'Alessandro (Pd): «Materia da disciplinare»

ORTONA. Nuova proposta di legge per fermare la realizzazione della discarica d'amianto in località Taverna nuova di Villa Pincione e per regolamentare lo smaltimento dei rifiuti speciali. Il capogruppo del Pd in Regione, Camillo D'Alessandro, ha presentato in consiglio una proposta per disciplinare la materia degli impianti per lo smaltimento di amianto. L'iniziativa segue il rinvio della conferenza dei servizi che avrebbe dovuto decidere in merito al proseguimento dell'iter per la trasformazione della discarica d'inerti di Villa Pincione in discarica monodedicata di rifiuti contenenti amianto in matrici cementizie, così come chiesto dalla Società meridionale inerti (Smi) proprietaria del sito a confine tra i Comuni di Ortona e Crecchio. 

«In queste settimane», dice D'Alessandro, «abbiamo approfondito la materia trovando una possibile soluzione tra le pieghe della legge regionale 45/ 2007 che disciplina la gestione integrata dei rifiuti. Sono previste, in capo alla Regione, precise competenze. Tra queste quella di definire i criteri per l'individuazione dei luoghi o impianti idonei allo smaltimento e la determinazione di disposizioni speciali per rifiuti di tipo particolare».  Tra i rifiuti di tipo particolare, la proposta del capogruppo Pd, fa rientrare proprio l'amianto. «Si tratta di una norma importante», continua il consigliere, «visto che è potere della Regione determinare disposizioni speciali per rifiuti di tipo particolare: la nostra proposta fa entrare in questa fattispecie l'amianto.

Se approvata verrà sospeso il rilascio di autorizzazioni per la realizzazione e l'esercizio di impianti di rifiuti inerti contenenti amianto fino a quando la Regione non ne disciplini la materia, la gestione, compresi i criteri per l'individuazione dei siti idonei».  Il sito attualmente prescelto si trova in una zona particolare. A 600 metri dai primi nuclei abitati e l'area è circondata da terreni coltivati soprattutto a vigna. Nella zona ci sono numerose aziende legate al settore agroalimentare. La storia della discarica inizia nel 2001. In quell'anno, infatti, la Smi ottenne le autorizzazioni necessarie per la realizzazione e l'utilizzo di una discarica per materiali inerti che entrò in esercizio nel 2003. L'attività è stata sospesa nel 2005.

Nel giugno del 2007 la Smi ha presentato alla direzione parchi della Regione la richiesta per adeguare la discarica alle normative vigenti e trasformarla in discarica. L'area è profonda 16 metri ed ha una volumetria utilizzabile di 245mila metricubi. Il progetto ha ricevuto pareri tecnici favorevoli ed ha ottenuto la Via (Valutazione d'impatto ambientale). Per definire l'iter manca un passaggio tecnico.  «Se passerà la mia proposta di legge», aggiunge D'Alessandro, «le Province, nei 90 giorni successivi, redigono il Piano della localizzazione dei siti idonei che potranno ospitare impianti simili. Ho sempre sostenuto che fosse necessaria una soluzione legislativa, a partire dal caso della discarica di amianto, contro tutti coloro, a partire dagli assessori regionali all'ambiente ed all'agricoltura, che balbettavano immaginando una via amministrativa sottoposta poi al Tar. Come a dire facciamo finta di dire no poi ci pensa il Tar».

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