l’osservatorio vastese

Amianto, preoccupazione in città

Menna: diverse zone con criticità ma la bonifica resta un tabù

VASTO. «La sentenza eternit apre una ferita profonda in tutti coloro, lavoratori e famiglie, che hanno subito la tragedia di morte per avere inalato e ingerito amianto». Ivo Menna, commissario Ona (Osservatorio nazionale amianto) di Vasto, commenta il verdetto della Corte di Cassazione che il 19 novembre scorso ha dichiarato prescritto il reato di disastro ambientale contestato al miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, unico imputato nel maxi-processo. Annullati anche i risarcimenti per le vittime.

«Insomma non è successo nulla», dichiara sconcertato Menna, «il crimine commesso non viene punito e chi ha fatto miliardi sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini rimane libero e impunito. L’amianto ha provocato malattia e morte anche a Vasto e noi siamo stati primi nel 2003, con la costituzione del Comitato esposti ad amianto, a denunciare la presenza della sostanza killer nelle fabbriche, negli edifici, nelle scuole, nelle caserme. Abbiamo denunciato i siti all’aperto dove venivano scaricati metri cubi di onduline di cemento amianto che esposte agli agenti atmosferici ne provocano il degrado e la dispersione nell’atmosfera e espone tutti i cittadini alle patologie correlate all’amianto».

Menna rilancia la questione sollecitando la Asl. «In una zona della città abbiamo notato l’intera copertura di eternit di un tetto», denuncia l’ambientalista, «nel centro storico è possibile osservare il materiale su uno dei palazzi più importanti della città, il Politeama Ruzzi, i cui piani superiori sono occupati da un condominio. Avevamo denunciato anche la presenza di eternit sul palazzo abbandonato delle Poste di Via Cavour. Aspetteranno che tutto si sbricioli e che gli effetti letali si faranno sentire a breve. Bonifica e smantellamento sono ancora parole tabù», conclude Menna. (a.b.)

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