Amico sporcato di sangue La polizia avvia le indagini

Accertamenti su due alunni di 11 anni: aperto un fascicolo per danni psicologici Alinovi (Codici): «Fatto angosciante, rispetto e legalità s’imparano tra i banchi»

VASTO. Presunti atti di bullismo a scuola. Il vicequestore Alessandro di Blasio, avvia un’indagine sui presunti abusi psicologici ai danni di due ragazzini di 11 anni da parte di un loro coetaneo. Il dirigente del commissariato, vista la delicatezza della vicenda non rilascia alcun tipo di dichiarazione in proposito.

Ieri mattina ha incontrato Riccardo Alinovi, dell’associazione Codici, firmatario della denuncia e subito dopo ha incaricato i suoi uomini di studiare attentamente il caso partendo dal profilo dell’accusato. Qualora dovessero risultare vere le accuse dei suoi compagni è necessario scoprire l’origine dell’aggressività del ragazzo. Potrebbe aver deciso di emulare un adulto, ma il suo comportamento potrebbe essere anche un modo per attirare su di se l’attenzione e lenire il proprio disagio.

Non è esclusa nemmeno una forma di astio e avversione del presunto bullo nei confronti delle vittime. In ogni caso l'indagine è appena partita.

La scuola, da parte sua, pare abbia adottato le necessarie misure per evitare che il ragazzino terribile possa mietere altre “vittime”. La prudenza e la discrezione sono doverose anche se i fatti denunciati sono molto gravi.

«Un ragazzino è stato avvicinato da un coetaneo nel bagno della scuola frequentata da entrambi. Dopo essersi procurato una ferita il bullo ha spalmato il suo sangue sul compagno», racconta Riccardo Alinovi, referente locale di Codici. «È un fatto angosciante. Un altro adolescente sarebbe stato costretto ad aprirsi i pantaloni e ad eseguire gli ordini del bullo. Le due vittime hanno avuto il coraggio di parlare ma non è escluso che altri ragazzini abbiano subìto in silenzio è questo è molto triste», afferma Alinovi chiedendo delucidazioni alle autorità scolastiche.

L’associazione Codici ieri è tornata a invitare tutte le autorità preposte a non sottovalutare l’accaduto e ad intervenire immediatamente per scoraggiare episodi analoghi. «La scuola deve punire chi usa la violenza per tiranneggiare e deve avere il coraggio di convocare i genitori di chi non si comporta in modo corretto. Il rispetto e la legalità sono concetti che i nostri figli imparano a scuola. È necessario dare l’esempio e far capire subito che in una società sana e civile non c’è spazio per i prepotenti», afferma Alinovi.

Inevitabilmente, vista l'età dell’accusato, saranno subito attivati i servizi sociali e qualora la vicenda dovesse rivelarsi fondata, ad occuparsi del caso saranno i giudici del tribunale per i minori. Spetterà a loro prendere le decisioni che riterranno più opportune.

Paola Calvano

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