Chieti

Angelini, sparisce la pista delle Antille

La curatrice Ivone dà forfait all’udienza più attesa. La difesa incalza il teste Cosentino: i 116 milioni si riducono a 15

CHIETI. «Quanti soldi sono stati distratti dalla famiglia Angelini dal 2004 al 2009?», chiede la difesa dell’ex re delle cliniche al consulente dell’accusa, Sergio Cosentino che risponde così: «Sui conti personali affluiscono 15 milioni di euro». Cioè 3 milioni l’anno, su 550 fatturati e in assenze di compensi personali per l’amministratore, Vincenzo Angelini. L’ultima domanda al processo per il crac-Villa Pini fa segnare un punto pesante al difensore Gianluigi Tucci.

Se è vero che i pm, Pietro Mennini e Giuseppe Falasca, ipotizzano una distrazione consistente di 116 milioni di euro volati in paradisi fiscali, da uno dei testimoni chiave, il consulente pescarese che è stato anche amministratore giudiziale di Villa Pini, escono una cifra nettamente sgonfiata e nessun elemento di prova sulla destinazione Antille dei milioni che, per la procura, sarebbero svaniti nel nulla.

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Cosentino si è presentato puntuale, alle 9 di ieri, davanti al collegio, presieduto dal giudice Patrizia Medica, per rispondere alle domande di Tucci, affiancato dai consulenti della difesa Sergio Spinelli e Pietro Iavarone. Ma gli altri testimoni di peso, in particolare il curatore fallimentare del gruppo Villa Pini, Giuseppina Ivone e con lei il consulente della curatela Luigi Labonia, hanno dato forfait. Entrambi hanno giustificato le assenze con “impegni professionali improrogabili”. La Ivone si trovava a un seminario a Firenze. Saranno però sentiti il 30 gennaio del 2015. Ma torniamo a Cosentino che ha ricostruito in modo certosino il flusso di somme a sei zeri dalle società sanitarie alla finanziaria di famiglia Novafin.

«Le mie sono somme algebriche», ha premesso prima di elencare, tra gli altri, i 21 milioni girati alla Humangest, quindi i 60 destinati, dal 1998 al 2009, ai coniugi Angelini, di cui 15 sui conti personali negli ultimi cinque anni che hanno preceduto il crac. In un passaggio della sua deposizione è anche spuntato il nome della Neuromed, la società collegata all’europarlamentare campano di FI, Aldo Patriciello che, nel 2010, andò vicinissimo ad affittare la clinica di Angelini attaverso un concordato liquidatorio. Ma è sembrato strano, al teste Cosentino, riscontrare un utile nel 2007 di quasi due milioni di euro, e una maxi perdita di 82 milioni fatta registrare dal gruppo della sanità privata appena un anno dopo. C’è poi anche un finanziamento, tra il 2004 e il 2005, di ben 31 milioni di euro alla società Verde, attraverso Novafin. Ma in tutti casi sarebbero stati trasferimenti da una società all’altra del gruppo, non distrazioni milionarie nelle Antille. La difesa esulta. Per ora.