Anziano strangolato, in manette 45enne di Silvi

Agricoltore ucciso in contrada San Martino a Chieti, i vicini: anni fa nella sua casa gli zingari andavano a rubare le galline

CHIETI. Anche un italiano - dopo due rumeni - è stato fermato nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Gino Mincone, l'agricoltore chietino di 77 anni strangolato nel casolare in cui viveva, sulle colline di Chieti, nella notte fra il 30 e il 31 agosto scorsi.

All'arresto per omicidio di due rumeni di 19 e 26 anni, Ilie Lautau e Anghel Barbu Adi, avvenuto poco dopo il fatto, si è aggiunto stamani il fermo di polizia giudiziaria di un italiano di 45 anni, P.L. di Silvi (Teramo). Si tratterebbe - secondo quanto ha spiegato in una conferenza stampa il capitano Emanuele Mazzotta, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri Chieti - del mandante della rapina sfociata nell'omicidio. Per l'uomo l'accusa è di concorso in rapina ed evento non voluto. L'uomo era in un'abitazione di Vasto (Chieti) in uso alla cognata al cui interno si trovavano cinque rumeni per i quali è stato proposto il foglio di via.

Secondo i carabinieri sarebbe stato P.L. a pianificare la rapina ai danni dell'anziano agricoltore perché conosceva i luoghi e perché l'uomo era ritenuto un obiettivo vulnerabile visto che la sua abitazione è isolata. Non molto tempo fa era stato proprio P.L. a rimuovere alcuni materiali  ferrosi che si trovavano fuori dal casolare di Mincone. P.L. avrebbe accompagnato i due rumeni sul posto che, nascosti, hanno atteso l'agricoltore e al suo ritorno lo hanno aggredito: obiettivo della rapina il denaro. Addosso ad uno dei due rumeni sono stati trovati 150 euro che si ritiene siano il frutto della rapina. A strangolare Mincone sarebbe stato Adi. Mincone ha  cercato invano di difendersi, circostanza questa che verrebbe confermata dagli ematomi sul volto, mentre tracce di sangue sono state trovate sugli abiti dei due arrestati, tracce che ora verranno analizzate.

Dall'esame dei tabulati telefonici, inoltre, si evincono diverse telefonate tra l'italiano e i due romeni proprio il giorno del'omicidio. Inoltre l'auto di P.L. era stata vista passare a gran velocità, in direzione opposta, durante l'inseguimento dei carabinieri che aveva portato all'arresto dei romeni.

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