Edizione digitaleArrestato per tentato omicidio
Nei guai il commerciante protagonista della lite
SAN SALVO. Avrebbe infierito sul rivale fino a quando la vittima non è caduta priva di sensi in una pozza di sangue. E’ finito in carcere per tentato omicidio, Domenico Tondaro, 25 anni, di Acerra (Napoli), presunto aggressore il 7 marzo di M.D.A., 31 anni, operaio di San Salvo. Le prove raccolte contro il commerciante di ortofrutta hanno convinto il pm Irene Scordamaglia e poi il Gip, Caterina Salusti, a tramutare la denuncia in arresto.
Troppi i colpi inferti al rivale con rabbia con la gamba di una sedia. Tanti i testimoni che hanno assistito allibiti e spaventati alla scena. La loro collaborazione è stata fondamentale per arrivare all’arresto del fruttivendolo. Avrebbe aggredito l’operaio per vendicare un torto subito. Il condizionale è d’obbligo.
L’accusato, rinchiuso nel carcere di Torre Sinello non parla e il suo difensore, l’avvocato Giovanni Cerella per il momento non si sbilancia: prima vuole incontrare il proprio assistito e ascoltare la sua versione dei fatti.
M.D.A. venne aggredito alle spalle in via dello Stadio alle 19,30 del 7 marzo. La strada, fino a pochi minuti prima affollata di tifosi che avevano assistito all’incontro di calcio dei propri beniamini, era semideserta. All’improvviso i residenti sentirono le urla dell’operaio. L’uomo è salvo grazie all’allarme lanciato dai cittadini. Gli stessi che hanno aiutato i carabinieri a identificare il presunto feritore.
Il giovane, incensurato, viene descritto come una persona tranquilla e niente affatto violenta. Nessuno conosce i motivi dela lite. L’operaio è rimasto in come per due settimane. Ora il giovane è fuori pericolo, ma soffre ancora per i postumi del pestaggio subito. Di quei momenti drammatici afferma di non ricordare nulla. E’ confuso e spaventato.
Ha parlato più volte con i carabinieri ma non è stato di grande aiuto alle indagini. Gli investigatori non ritengono necessario un confronto fra la vittima del brutale pestaggio e il picchiatore.
Troppi i colpi inferti al rivale con rabbia con la gamba di una sedia. Tanti i testimoni che hanno assistito allibiti e spaventati alla scena. La loro collaborazione è stata fondamentale per arrivare all’arresto del fruttivendolo. Avrebbe aggredito l’operaio per vendicare un torto subito. Il condizionale è d’obbligo.
L’accusato, rinchiuso nel carcere di Torre Sinello non parla e il suo difensore, l’avvocato Giovanni Cerella per il momento non si sbilancia: prima vuole incontrare il proprio assistito e ascoltare la sua versione dei fatti.
M.D.A. venne aggredito alle spalle in via dello Stadio alle 19,30 del 7 marzo. La strada, fino a pochi minuti prima affollata di tifosi che avevano assistito all’incontro di calcio dei propri beniamini, era semideserta. All’improvviso i residenti sentirono le urla dell’operaio. L’uomo è salvo grazie all’allarme lanciato dai cittadini. Gli stessi che hanno aiutato i carabinieri a identificare il presunto feritore.
Il giovane, incensurato, viene descritto come una persona tranquilla e niente affatto violenta. Nessuno conosce i motivi dela lite. L’operaio è rimasto in come per due settimane. Ora il giovane è fuori pericolo, ma soffre ancora per i postumi del pestaggio subito. Di quei momenti drammatici afferma di non ricordare nulla. E’ confuso e spaventato.
Ha parlato più volte con i carabinieri ma non è stato di grande aiuto alle indagini. Gli investigatori non ritengono necessario un confronto fra la vittima del brutale pestaggio e il picchiatore.
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