Artista ucciso, aggressore con le ore contate 

Paglieta. La Procura di Roma indaga per omicidio preterintenzionale. La famiglia nomina un avvocato

PAGLIETA. A nove giorni dall’aggressione costata la vita a Umberto Ranieri, artista 55enne di Paglieta, non c’è ancora un colpevole. Ma i carabinieri della compagnia Roma Casilina sarebbero vicini a stringere il cerchio sull’aggressore e sugli altri tre giovani, un uomo e due donne, che erano con lui domenica 17 marzo a largo Preneste, periferia est della capitale. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio preterintenzionale, titolare è il sostituto procuratore Tiziana Cugini. Dall’autopsia, eseguita giovedì scorso, potrebbero venire indicazioni importanti sulle cause della morte di Ranieri, ossia se sia stata provocata o meno dal pugno in pieno volto che gli ha spaccato le ossa nasali e lo ha fatto stramazzare a terra dove ha battuto violentemente la testa. La famiglia, che nel frattempo ha nominato un legale, l’avvocato Giacinto Ceroli, del foro di Lanciano, non crede che possa essere stata solo la caduta a terra, anche a peso morto, a giustificare il gravissimo trauma cranico riportato da Umberto. Ma sono anche altre le domande senza risposta, prima fra tutte quella che riguarda il motivo per cui il 55enne è stato colpito e ucciso da un branco di ragazzi sotto i 30 anni. Ranieri è deceduto mercoledì scorso, dopo tre giorni di agonia all’ospedale San Giovanni di Roma. Sabato, a Paglieta, si sono celebrati i funerali con tanta gente e amici dell’artista arrivati anche da Roma. Tutti lo hanno ricordato come una persona buona, genuina, generosa. «Era vicino a Gesù», ha detto in chiesa il parroco, don Domenico Larcinese, «era stato in ritiro spirituale ad Assisi e cucinato per i frati del convento». (s.so.)
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