Asfalti non pagati sotto le elezioni

Strade rifatte in sette contrade nella campagna elettorale del 2006: chiesti al Comune 375mila euro

LANCIANO. Un decreto ingiuntivo di 375mila euro, più interessi, Iva e spese legali, è stato emesso nei confronti del Comune dal tribunale di Lanciano dietro ricorso presentato da una ditta che ha effettuato lavori di riasfaltatura in diverse strade del comprensorio. Una “tegola” bella e buona che potrebbe abbattersi sulle già sfilacciate casse comunali per lavori che sono stati effettuati però tra il maggio e il luglio del 2006, in piena campagna elettorale per le amministrative. All’epoca era in carica la prima giunta dell’ex sindaco Filippo Paolini che poi riottenne il mandato per altri cinque anni fino al 2011. Ma di quei lavori del 2006 in Comune non c'è nessuna traccia.Di qui la decisione dell’amministrazione comunale in carica di opporsi al decreto e di fare d’ufficio una richiesta di chiarimento alla Corte dei conti per verificare a chi spetta il pagamento di una somma così importante

Il ricorso della ditta è stato presentato il 16 dicembre scorso. L’8 gennaio il presidente del tribunale ha ingiunto al comune di Lanciano il pagamento della somma. La ditta nel corso degli anni avrebbe inoltrato diversi solleciti all’ente senza tuttavia ricevere nessuna risposta e tantomeno alcun pagamento. La società sostiene che su incarico del Comune ha effettuato, tra maggio e luglio 2006, lavori di manutenzione del manto stradale e di adeguamento di alcune zone della città e in particolare nelle contrade di Villa Pasquini, Camicie, Villa Elce, Re di Coppe, Serroni, Sacchetti e nel quartiere Santa Rita in via D’Annunzio. Le somme spese per tali lavori sono attestate anche da una fattura e dall’estratto notarile delle scritture contabili della ditta relative al giugno 2011.

Ma, come emerso dalle indagini e dalle ricerche dell’avvocato del Comune, Giovanni Carlini, l’ente non avrebbe mai ordinato alcun tipo di lavoro sulla manutenzione del manto stradale e della pubblica illuminazione. Non solo non esiste alcuna documentazione in merito dalla quale si possa rilevare un qualsiasi impegno per l’esecuzione dei lavori, ma non ci sono nemmeno delibere con relative coperture finanziare in tal senso.

«Il Comune non ha mai avuto alcun rapporto formale con la ditta in questione», si legge nella relazione dell’avvocato Carlini, «inoltre, in tema di spese degli enti locali, è previsto il divieto per gli stessi di effettuare qualsiasi spesa in mancanza di un formale impegno contabile o capitolo di bilancio di previsione». Chi paga dunque? Secondo l’amministrazione comunale che con una delibera di giunta ha firmato un atto di opposizione all’ingiunzione, l’importo andrebbe preteso al «funzionario o amministratore che avrebbe eventualmente ordinato i lavori».

Daria De Laurentiis

©RIPRODUZIONE RISERVATA