Atessa, Honeywell: la protesta operaia blocca la fondovalle 

Corteo sulla strada delle fabbriche con i sindaci e il vicepresidente della Regione Lolli. Poi la svolta: sindacati convocati al ministero

ATESSA. Ci sono le fasce tricolori ad aprire il corteo dei lavoratori Honeywell che ieri, a partire dalle 15, ha bloccato la Fondovalle Sangro all’altezza dello svincolo per la zona industriale. Quasi a voler rimarcare che sindaci e amministratori del territorio sono le prime sentinelle di ciò che accade all’ombra dei campanili. E un piccolo “paese” industriale di 420 lavoratori che si spegne è una catastrofe che si abbatterebbe come un tornado in Val di Sangro e in tutti i comuni vicini. Dietro ai sindaci ci sono gli operai. Le cosiddette tute blu del settore automotive. Ci sono i lavoratori della Honeywell, ma anche quelli di altre fabbriche del territorio che hanno deciso di sostenere la vertenza. Tutti partecipano al destino della fabbrica dei turbo. Chi può partecipa personalmente alle iniziative dei sindacati, altri, come ad esempio alla Denso di San Salvo e alla Sapa Buildex di Atessa, si sono attrezzati per devolvere un’ora del proprio stipendio del mese di ottobre in favore delle famiglie dei dipendenti Honeywell che, con uno sciopero a oltranza partito il 18 settembre, vedranno una busta paga mensile con dentro tutta l’angoscia di questi giorni e poco altro.
La protesta della Honeywell alza quindi il tiro. Non basta più scioperare da ormai 27 giorni, occupare le zone antistanti lo stabilimento, tutti insieme, notte e giorno, con punte di 300 dipendenti la mattina, né basta coinvolgere tutti gli organi possibili. Bisogna scendere in strada, metaforicamente e praticamente, e la scelta è per forza di cose la Fondovalle Sangro, l’“autostrada” di un piccolo polmone produttivo che è però tra i più importanti della Regione e che ospita aziende che da sole trascinano una buona parte del Pil abruzzese. Chiunque si trova ad incrociare il corteo di centinaia tra dipendenti, amministratori e rappresentanti sindacali, deve cambiare strada. L’effetto è quasi profetico: se la Honeywell chiude, implode gran parte della Val di Sangro in un effetto domino devastante. Proprio nel corso del corteo arriva la notizia che il tavolo tanto agognato dai sindacati al ministero dello Sviluppo economico (Mise) si farà. Martedì, alle 18, le parti sociali di Fim, Fiom e Uilm, accompagnate dal vicepresidente della giunta regionale, Giovanni Lolli, potranno confrontarsi con il ministro Carlo Calenda e i suoi rappresentanti. Fino a questo momento, nonostante le reiterate richieste da parte delle organizzazioni sindacali e delle rsu, non era arrivato alcun invito a causa della pregiudiziale imposta dall’azienda di fermare il prima possibile lo sciopero, uno dei più lunghi mai visti e vissuti in Val di Sangro.
«Finalmente abbiamo risolto il primo step di questa vertenza», dice la rsu Fim-Cisl, Dorato Di Camillo, «perché era vergognoso che nessuno ci chiamasse dal Mise. Adesso dobbiamo costruire un percorso che preveda un piano industriale e siamo pronti a lottare altri sei mesi per ottenerlo. Chi pensa che ci stancheremo e lasceremo il presidio si sbaglia». «La sensazione è che qualcosa si stia finalmente muovendo», dice Luca Caporale, rsu Fiom-Cgil, «siamo ormai in una fase centrale della trattativa e siamo decisi a non mollare». «Chiederemo un patto forte per il territorio e per l’occupazione», aggiunge Alessio Di Giovanni, rsu Uilm-Uil. L’assessore alle attività produttive Lolli plaude al coinvolgimento dei sindaci e alla riuscita della manifestazione: «Non ci sono solo le famiglie coinvolte in questa vertenza, ma tutto il territorio», commenta, «una zona in cui non è mai stata chiusa una fabbrica e dove, anzi, le aziende sono cresciute. Non ci sono ancora motivi per essere ottimisti, si tratta di una questione difficile che non si risolve con un colpo di bacchetta magica, ma è positivo il coinvolgimento di tante anime del territorio». Al suo fianco c'è anche il direttore del Polo automotive, Raffaele Trivilino: «Come polo siamo a disposizione per tutto quello che può servire alla Honeywell in termini di ricerca, sviluppo e investimenti».
Oggi la protesta si sposta a Chieti, davanti la prefettura, e, in serata, dalle 20, musica e beneficenza in piazza Plebiscito a Lanciano.
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