Attentati ai commercianti I sospettati sono tre

Le indagini partite dalle fiamme appiccate all’auto di un pescivendolo di Gissi Nel mirino di una gang sempre più operatori ittici del comprensorio

VASTO. 1 febbraio 2014, centro storico di Gissi. Il furgoncino Fiat Fiorino del titolare della pescheria, M.M., è avvolto dalle fiamme. A pochi metri di distanza brucia anche la Fiat Punto di un pensionato. Sul posto intervengono i vigili del fuoco e i carabinieri. Sulla natura dolosa del duplice rogo pare non ci siano dubbi. Un anno dopo è emerso che da quella notte le indagini della Procura di Vasto e dei carabinieri non si sono mai fermate. Sono tre le persone sospettate per quella notte di fuoco. Sulla vicenda, etichettata in un primo momento dai carabinieri come “dispetto per vicende private”, gli investigatori hanno alzato un muro di silenzio. Anche perché l’epilogo è vicino ed è probabile che fra non molto possano esserci tre richieste di rinvio a giudizio.

La vicenda. Su quel fatto successo a M.M. è alta l’attenzione anche perché il 27 aprile 2013 il commerciante era stato vittima di un altro atto vandalico. Sotto la serranda della sua pescheria qualcuno sistemò un grosso raudo. Il legale di M.M., l’avvocato Giovanni Cerella, preferisce non sbilanciarsi e si dichiara fiducioso nell’operato della magistratura e dei carabinieri. «Il mio cliente ha subito un danno gravissimo ma sono sicuro che grazie ai carabinieri otterrà giustizia», dice il penalista. Molti indizi risultati utili per le indagini sono stati trovati vicino al Fiorino incenerito nonostante le fiamme avessero avvolto il mezzo danneggiando anche la vettura a Gpl parcheggiata accanto. Solo l’intervento dei vigili del fuoco evitò l’esplosione dell’auto. E mentre alcune squadre soffocavano il fuoco che circondava il Fiorino, altri soccorritori dovettero spegnere l’incendio appiccato a una vecchia Fiat Punto parcheggiata a venti metri di distanza. L’auto apparteneva a un pensionato che risiede nella capitale e che raggiunge Gissi sempre più di rado. L’incendio della Punto, per gli investigatori potrebbe essere stato un depistaggio.

Operatori ittici nel mirino. L’incendio ai danni di M.M. non fu il primo e neppure l’ultimo ai danni di rappresentanti della marineria. La sequenza partì il 26 aprile 2013 con un attentato a una pescheria di via Santa Maria a Vasto. Sempre a Vasto, ma nel porto di Punta Penna, il 6 maggio 2013 un incendio distrusse il furgone Fiat Ducato di A.D., titolare di un negozio di prodotti ittici. Il rogo danneggiò anche la parte anteriore di una Renault Twingo di un altro pescatore. L’autore lasciò sul posto anche la tanica vuota. Gli investigatori negano collegamenti fra i diversi episodi e sostengono che l’unico elemento comune sia la volontà distruttiva. La risoluzione del doppio incendio di Gissi potrebbe essere di grande aiuto anche per gli altri casi.

Paola Calvano

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