Atti sessuali, 5 anni a un infermiere 

Lanciano. La violenza in una stanza di Psichiatria. La difesa: faremo appello

LANCIANO. Per i giudici del collegio l’infermiere tentò di baciare la paziente, le toccò le parti intime e il seno sotto la maglietta. È stato condannato per violenza sessuale su una ventunenne A.D.B., 63 anni, di Lanciano, infermiere dell’ospedale Renzetti. I giudici Andrea Belli, Giovanni Nappi e Stefania Cantelmi hanno condannato l’uomo a 5 anni e 2 mesi di reclusione, interdizione dai pubblici uffici e 20.000 euro di risarcimento danni in favore della parte civile in via equitativa. Il sostituto procuratore Serena Rossi aveva chiesto 5 di reclusione.
Continua a professarsi innocente - e il suo legale, avvocato Massimo Biscardi ha preannunciato ricorso in appello - l’infermiere condannato per violenza sessuale, che sarebbe avvenuta nel gennaio 2016, su una 21enne ricoverata nel reparto di Psichiatria del presidio sanitario. A denunciare l’abuso fu la stessa ragazza - rappresentata dall’avvocato Tommaso Di Nella - che, abbattuto il primo muro di vergogna, si rivolse al commissariato di Lanciano. Gli agenti dopo 7 mesi di indagini arrestarono l’infermiere mentre era a lavoro. Secondo quanto ricostruito in aula l’uomo sarebbe andato nella camera di degenza della paziente ricoverata poche ore prima. Qui, con la scusa di doverla sottoporre a un elettrocardiogramma, e approfittando quindi del suo ruolo di infermiere, avrebbe tentato di baciarla sulla bocca. Con violenza le avrebbe toccato le parti intime e palpato il seno sotto la maglietta. La giovane avrebbe provato a ribellarsi, inutilmente anche perché sarebbe stata minacciata dall’inferiere, altrimenti la compagna di stanza avrebbe potuto sentire. Sempre in base alla denuncia, la vicina di letto avrebbe invece ascoltato tutto quello che sarebbe accaduto, facendo finta di dormire. E avrebbe poi raccontato quanto accaduto prima alle forze dell’ordine e poi ai giudici.
«La sentenza non è condivisibile e comunque è sproporzionata», chiude l’avvocato Biscardi, «impone una completa rivisitazione da parte della Corte di appello a cui presenteremo ricorso». (t.d.r.)
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