Autistico senza assistenza, il caso in Regione

Risoluzione di Smargiassi (M5S): «La famiglia subisce violenze da lui». Interessato anche il prefetto

VASTO. Il caso di Lucia Santarelli è arrivato a Roma. Sono tanti in tutta Italia i genitori di figli autistici pronti a dare una mano alla donna e al figlio Giuseppe, di 22 anni. Il ragazzo sta sempre più male ed esprime il proprio disagio con la violenza. Mamma Lucia mostra i lividi che il ragazzo le procura dopo ogni attacco. Eppure basterebbe, secondo quanto è stato spiegato in una conferenza stampa qualche giorno fa, una firma del governatore Luciano D’Alfonso per mettere fine al calvario di Giuseppe e della famiglia. «Una firma del commissario ad acta alla sanità che autorizza il ricovero di Giuseppe nella struttura specializzata del Cireneo», dice l’avvocato Angela Pennetta.

Anche Pietro Smargiassi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, ha preso a cuore la vicenda di Giuseppe ed ha presentato in consiglio regionale una risoluzione urgente dal titolo: “Fondazione Il Cireneo-assistenza h24 per pazienti affetti da autismo”. «Le condizioni di Giuseppe e i recenti fatti di cronaca apparsi su alcuni quotidiani locali», spiega Smargiassi, «mi hanno spinto a farmi carico della grave situazione di disagio che la famiglia del ragazzo di Vasto sta vivendo quotidianamente. La famiglia», continua il consigliere regionale Smargiassi, «è costretta da sola a prendersi cura del proprio figlio affetto da una grave forma di autismo che lo induce ad atti di violenza verso i propri familiari e di autolesionismo. Una situazione che potrebbe essere risolta semplicemente autorizzando il più vicino centro gestito dalla Fondazione Il Cireneo a svolgere assistenza in regime residenziale. Per questo impegno la Regione e tutte le altre figure competenti per materia, a fare quanto in loro potere per risolvere una situazione familiare drammatica che solo per puro caso, fino ad ora, non ha assunto i caratteri dell’ennesima tragedia consumata nelle mura domestiche», afferma Smargiassi. «Della medesima problematica è stato interessato anche il prefetto di Chieti, nell’auspicio che tutte le figure coinvolte mostrino sensibilità verso una situazione familiare così delicata». (p.c.)

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