Auto bruciata a una donna, indagato l’ex marito a Vasto

Cinquantenne incastrato dalle immagini della videosorveglianza di un bar. Gli investigatori: frequenti e furiose liti in famiglia, minacce ripetute

VASTO. Desiderio di vendetta e rabbia. All’origine dell’incendio della Mini Cooper bruciata il 30 giugno scorso in viale Giulio Cesare, in pieno centro, ci sarebbe il rancore di un cinquantenne nei confronti dell’ex moglie. L’uomo è stato denunciato per incendio doloso aggravato in concorso. L’accusato nega ma a inchiodarlo ci sono alcuni testimoni e le telecamere del bar in cui ha detto di trovarsi all’ora dell’incendio. «Le indagini non sono concluse», ha specificato il dirigente del commissariato, il vicequestore Cesare Ciammaichella, nel corso di una conferenza stampa. «Stiamo cercando di scoprire anche l’identità dell’amico che il giorno dell’incendio era con il presunto incendiario.

Il fatto. 30 giugno, viale Giulio Cesare. Alle 17,30 un boato spaventa l’intero quartiere. La Mini Cooper di una giovane donna di origine filippina si trasforma in un enorme torcia. L’arrivo dei vigili del fuoco salva le altre vetture vicine. La Mini Cooper è distrutta.

Le indagini. «La proprietaria della Mini, interrogata, ha ammesso che l’autore avrebbe potuto essere l’ex marito», dice Ciammaichella. «La donna ha spiegato che il marito spesso abusava di alcool. Anche il giorno dell’incendio l’uomo era andato a trovarla ma lei non lo aveva fatto entrare per paura». I numerosi referti medici dell’ospedale San Pio e la testimonianza dei vicini di casa hanno raccontato agli investigatori il livello di conflittualità della coppia.

L’indagato. Invitato ad andare in commissariato per essere ascoltato, il sospettato ha negato con decisione di essere l’autore dell’incendio. Ha assicurato che mai avrebbe procurato un danno alla ex moglie e che il giorno dell’incendio, alle 17,30, lui era in un bar di corso Mazzini. La polizia ha eseguito un esperimento giudiziario calcolando i tempi necessari a raggiungere viale Giulio Cesare dal bar. Gli agenti hanno poi acquisito le immagini del videosorveglianza del locale. Sono stati proprio i fotogrammi ad inchiodare il sospettato.

Gli indizi. «Le immagini smentiscono l’uomo», afferma il vicequestore. «Ha detto di non essersi mai allontanato dal bar. In realtà è uscito con un amico. Lo stesso uomo descritto da alcuni testimoni certi di avere riconosciuto quel pomeriggio anche lui», spiega il dirigente del commissariato. «Tanti indizi fanno una prova e in questo caso di indizi la polizia ne ha raccolti diversi: le furiose liti con la ex moglie, le immagini, le testimonianze e le minacce spesso ripetute alla ex compagna di vita “ti brucio la macchina”», elenca Ciammaichella. «Non è detto che le denunce non diventino due e non è escluso che possano trasformarsi in ordinanze di custodia cautelare», sottolinea il vicequestore.

Paola Calvano

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