Auto e terreni bruciati L’arrestato ora si pente

L’avvocato difensore Pennetta ha incontrato ieri l’indagato in carcere «È un giovane perbene, ha fatto delle bravate senza rendersene conto»

VASTO. Gli psicologi ne sono certi e lo ripetono spesso: appiccare il fuoco è una forma di comunicazione. Una soluzione ai problemi inespressi. Nessuno sa se N.B., 26 anni, nato e residente a Vasto, finito in carcere perché ritenuto responsabile di una serie di incendi rientri nella casistica. Di sicuro l’arresto è stato per lui una sorta di brusco risveglio.

«È pentito di quello che ha fatto», dice l’avvocato Angela Pennetta, il difensore dell’indagato. Il legale ieri mattina ha raggiunto il carcere di Torre Sinello e ha parlato a lungo con il proprio assistito. «Questo è un caso particolare. Il mio cliente non è un incendiario, nè il classico giovane irrequieto e ribelle. È un giovane tranquillo cresciuto in una famiglia perbene che ha fatto delle bravate senza rendersi conto delle conseguenze», dice la Pennetta.

L’arco di tempo sul quale il Pm Enrica Medori e i carabinieri hanno concentrato l’attenzione e le indagini va da agosto 2012 a marzo 2013. «Per il momento al giovane vengono contestati l’incendio di un’auto in località Incoronata e l’accensione di vegetazione mista e tratti boschivi lungo la Istonia, nel tratto compreso fra Vasto e Cupello. Gli episodi sono ravvicinati e dimostrano che si è trattato di errori provocati da un momento di sbandamento», afferma l’avvocato Pennetta. Prima di emettere il provvedimento di custodia cautelare gli investigatori hanno ascoltato molti testimoni approfondendo le indagini con l’utilizzo di accorgimenti tecnici che hanno permesso di ricostruire con estrema precisione gli spostamenti di N.B.nei giorni in cui si verificavano gli incendi.

Il giovane, che vive con i genitori, è stato abile a nascondere quello che faceva. «La famiglia è caduta dalle nuvole. Per loro è stato un colpo durissimo ma ora sono vicini al figlio perché hanno compreso che non ha agito con crudeltà e cattiveria», assicura l’avvocato.

N.B. è stato ascoltato a lungo mercoledi dal Gip. Non è escluso che nei prossimi giorni il magistrato voglia ascoltare ancora l’indagato. Il difensore per il momento non ha presentato la richiesta di scarcerazione nè alcuna istanza di perizia per valutare l’imputabilità dell’accusato. La vicenda resta coperta dal riserbo. Non si conosce il movente ma neppure il materiale utilizzato dal giovane per appiccare il fuoco. Sono tanti i passaggi ancora da chiarire.

«L’avvocato Pennetta ha ragione quando dice che il caso è singolare e delicato», conferma il capitano dei carabinieri, Giancarlo Vitiello. «Proprio per questo il riserbo è doveroso», aggiunge l’ufficiale.

Paola Calvano

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