Blutec, la rabbia dell’Usb «Lavoratori presi in giro» 

Atessa. Incertezza sul pagamento degli stipendi e macchinari non funzionanti  I sindacalisti: «Subito risposte sulla tredicesima, è un diritto dei dipendenti»

ATESSA. Fermate produttive legate a non precisati motivi, incertezza nel pagamento degli stipendi, macchinari obsoleti e nessun investimento sulla sicurezza. Appena venerdì scorso è stata evitata l’ennesima rimostranza alla ex Blutec di Atessa, oggi Ingegneria Italia, da parte dei lavoratori esasperati. Rimostranza che sarebbe costata un nuovo stop anche alla Sevel. «Lo sciopero a oltranza è stato revocato pochi minuti prima che iniziasse», spiega Luigi Iasci, responsabile federale Usb Abruzzo, «si profilava ancora un ritardo nel pagamento degli stipendi, ma poi la direzione aziendale ha pubblicato in bacheca l’ordine di pagamento e la protesta è rientrata. Ma lo stesso problema si riproporrà il 19 per la tredicesima». Come sindacato l’Usb è entrata da poco nell’azienda che produce traverse sottoplancia destinate ai furgoni commerciali leggeri prodotti da Sevel. «Nei giorni scorsi un gruppo di operai ha deciso di aderire all’Unione sindacale di base, non si sentivano più rappresentati dagli altri sindacati», dice Romeo Pasquarelli dell’esecutivo Lavoro privato Usb Abruzzo, «la loro percezione è che avessero più a cuore gli interessi di Sevel e dei suoi lavoratori. Con l’Usb sono i lavoratori a chiedere incontri aziendali o azioni di lotta, com’è successo venerdì, perché loro vivono e conoscono la situazione che c’è dentro l’azienda». «Ci vogliono mesi di richieste e solleciti se manca un pezzo di ricambio o per avere vestiario e materiale antinfortunistico», racconta un operaio, Domenico Ferrara, «in alcuni reparti le vie di accesso per intervenire su eventuali blocchi dei macchinari non sono sempre funzionanti, costringendoci a trovare vie alternative e meno sicure per accedere alle aree robotizzate. Ci sentiamo trascurati e presi in giro». Una situazione di incertezza che va avanti ormai da due anni. «Siamo entrati in un momento particolare dell’azienda», aggiunge Iasci, «dopo scioperi e presidi, a settembre i sindacati hanno firmato un accordo per regolarizzare il pagamento degli stipendi, per la messa in sicurezza degli impianti e delle postazioni dei lavoratori. Accordo che è stato presto disatteso dalla proprietà. La nostra preoccupazione è che l’azienda stia giocando sulla pelle dei lavoratori una partita più grande con Fca, sul futuro delle commesse dello stabilimento di Termini Imerese, ad esempio». «Abbiamo chiesto un incontro all’azienda, vogliamo risposte chiare», conclude Pasquarelli, «subito sul pagamento della tredicesima, perché i lavoratori hanno diritto a trascorrere un Natale sereno con le loro famiglie. Ma continueremo a chiedere lumi e certezze anche sul futuro produttivo e occupazionale dello stabilimento».
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