Bocciato il progetto Ombrina Mare

Applicati per la prima volta i divieti entro le 5 miglia dalla costa

PESCARA. La norma sul divieto di trivellazione entro le 5 miglia dalla costa è stata applicata per la prima volta per l'Abruzzo. La commissione di valutazione di impatto ambientale (Via) ha bocciato il progetto Ombrina Mare 2 di ricerche petrolifere al largo della Costa dei Trabocchi.

Il parere negativo al progetto presentato dalla società inglese Mediterranean Oil and Gas (MedOil) è stato espresso proprio in riferimento alla disposizione inserita dal ministero dell'Ambiente - di cui la commissione fa parte - su pressione di enti locali, associazioni cittadine e ambientalisti contro la deriva petrolifera.

La MedOil rappresenta la prima «vittima» dal momento che il suo piano prevede la coltivazione, quindi l'esplorazione dei fondali, a tre miglia al largo tra San Vito e Ortona per ventiquattro anni fin dal 2013. «Il diniego espresso dalla commissione ministeriale rappresenta un importante riconoscimento per l'articolato movimento abruzzese che, costituito da associazioni e comitati da oltre tre anni, si sta opponendo al rischio concreto di deriva petrolifera regionale che non sempre trova adeguata attenzione e sufficiente risposta da parte delle istituzioni regionali provinciali e regionali», annota Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo.

La bocciatura da parte della commissione di Via segue tuttavia la disponibilità espressa nel marzo 2010 da parte di MedOil di interrompere la procedura di coltivazione del petrolio in mare malgrado avesse già acquisito il via libera dalla commissione Cirm, sempre del ministero dell'Ambiente, sul piano di sviluppo. Un'inversione di marcia che era stata collegata alle scarse risorse economiche per portare avanti l'intero progetto e alle pressioni degli ambientalisti sulla scia anche di quanto avvenne al largo della Louisiana con l'esplosione della piattaforma petrolifera della Bp. Il progetto MedOil nel lungo periodo avrebbe reso 3miliardi di euro, e il 4% (royalties petrolio) e il 7% (royalties gas) agli enti locali.

«La bocciatura conferma comunque la validità delle nostre ragioni espresse simbolicamente questa estate durante il blitz di Goletta Verde proprio sulla piattaforma Ombrina Mare 2», riprende Di Matteo, «uscire dal petrolio resta l'obiettivo della nostra battaglia per una politica energetica sostenibile basata sull'efficienza, sulle fonti rinnovabili e sull'innovazione tecnologica».

Per la rete sui divieti entro le 5 miglia in cui è finita Ombrina Mare devono passare le altre 41 domande sui nuovi permessi di ricerca, che interessano un'area complessiva di 23.408 Kmq, presentate dal 2008 a oggi (dati di Legambiente su scala nazionale). Sarebbe curioso conoscere quante di queste domande alla fine travalicheranno la moratoria delle 5 miglia. Nel frattempo in Adriatico restano in vigore i 24 permessi di ricerca offshore, soprattutto al largo di Abruzzo, Marche, Puglia e nel Canale di Sicilia. E l'area delle esplorazioni supera in questo caso gli 11mila chilometri quadrati.

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