Caccia precipita, il pilota riesce a lanciarsi

L’aereo a fuoco sui monti di Carovilli, paese d’origine del militare, ora residente a Vasto. Per lui ustioni e fratture

VASTO. Lo ha aiutato l’esperienza. Quando ha capito che non sarebbe riuscito ad atterrare si è lanciato nel vuoto con il paracadute. Francesco Sferra, pilota molisano di 35 anni residente a Vasto, ieri mattina ha rischiato di sfracellarsi sulle rocce dell’Appennino molisano in località Pratelle, nel comune di Carovilli, in provincia di Isernia. L’incidente è avvenuto alle 9,15 ad un chilometro circa dal centro abitato. Con il suo aereo, un cacciabombardiere Amx, Sferra stava sorvolando il paese inserito nel percorso di volo tra Pratica di Mare e Treviso. Improvvisamente il capitano, pilota in forza all’Aeronautica militare e acrobata delle Frecce tricolori, si è accorto che qualcosa non andava.

L’incidente. Pochi minuti dopo sul velivolo sono scoppiati due principi d’incendio che hanno fatto scendere il velivolo a bassa quota portandolo a sfiorare terra nella zona dei Tre Archi. L’ufficiale ha cercato in tutti i modi di soffocare il fuoco e portare il velivolo in una zona di possibile atterraggio. È stato inutile. Quando ha compreso di aver perso il controllo dell’Amx, Sferra si è lanciato nel vuoto con il paracadute. L’aviere è rimasto impigliato ai rami di un albero. Nell’incendio a bordo e successiva caduta ha riportato diverse ustioni, fratture e contusioni, ma non è in pericolo di vita.

Le reazioni a Vasto. L’ufficiale, molto conosciuto a Vasto dove abita con la moglie Rita Debhora Gorbari e due figli in una villetta di via Donizetti, alla Marina, è stato trasportato all’ospedale Ferdinando Veneziale di Isernia per gli accertamenti. «Siamo tutti scossi per l’accaduto ma anche rasserenati per le notizie sulle condizioni di salute del capitano Sferra», hanno commentato alcuni vicini. È stata la stessa Aeronautica ad avvisare Deborah poco dopo le 10. La donna è partita immediatamente per Isernia . I medici del Veneziale l’hanno tranquillizzata.

I soccorsi. Provvidenziali sono stati i primi soccorsi prestati al pilota da un membro dell’Associazione carabinieri in congedo di Agnone. L’uomo davanti alla drammatica scena per qualche minuto ha pensato al peggio. Quando si è accorto che il capitano Sferra era vivo ha subito richiesto i soccorsi. Poco dopo sul posto sono intervenuti medici e infermieri del servizio di emergenza sanitaria 118, i vigili del fuoco di Isernia, Agnone e Campobasso, gli uomini della Forestale e del Soccorso alpino e un elicottero del nucleo elicotteristi di Pescara e con loro anche il sindaco di Carovilli e i genitori del pilota. Il padre è un noto docente di matematica. In tarda mattinata sul posto è arrivato anche un automezzo Nbcr del Nucleo regionale per accertamenti e per verificare eventuali problematiche radioattive oltre a recuperare il carburante fuoriuscito dal serbatoio dell’aereo. La bonifica dell’area è durata diverse ore.

Le indagini. Sull’incidente sono state aperte due inchieste, una da parte dell’Aeronautica militare, l’altra della Procura di Isernia. Lo Stato Maggiore dell’Areonautica ha reso noto di aver nominato una commissione che avrà il compito di individuare cause e dinamica dell’incidente aereo. Un team di sicurezza del volo ha raggiunto già ieri la zona dell’Alto Molise. Dopo i primi accertamenti si parla di possibili problemi tecnici. Il procuratore di Isernia Paolo Albano ha confermato che quanto accaduto è al centro di una indagine della Procura molisana. «Al momento non è stata formulata alcuna ipotesi di reato. Solo le indagini potranno stabilire se si è trattato di un disastro colposo, doloso o altro», ha dichiarato il magistrato. Fondamentale per l’esito dell’inchiesta sarà il recupero della scatola nera. Per permettere i rilievi tutta l’area di contrada Pratella è stata interdetta per diverse ore.

Paola Calvano

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