l'inchiesta dirty soccer

Calcio sporco, l'ex ds del Catania Delli Carri non risponde al giudice

L'ex ds del Catania agli arresti domiciliari a Francavilla doveva essere interrogato per rogatoria dal gip di Chieti. Il suo avvocato: "Le intercettazioni telefoniche non sono prove"

CHIETI. "Le intercettazioni telefoniche non sono prove". Con una frase, Maurilio Prioreschi,  liquida l'interrogatorio di Daniele Delli Carri. "Abbiamo scelto una difesa tecnica", aggiunge l'avvocato super esperto di diritto sportivo, già difensore di Moggi, mentre il suo assistito dribbla giornalista e telecamera.

Chieti, inchiesta calciopoli, Delli Carri non risponde al gip
L'ex direttore sportivo del Catania Calcio Daniele Delli Carri, agli arresti domiciliari a Francavilla, coinvolto nell'inchiesta della Procura di Catania sulla presunta combine nella partita Bologna-Catania del 27 aprile scorso, non risponde alle domande del gip di Chieti Antonella Radaelli che doveva interrogarlo stamane per rogatoria. Il suo avvocato Maurilio Prioreschi: "Le intercettazioni telefoniche non sono prove" (video di Lorenzo Colantonio)

Sono le 11. Delli Carri, agli arresti domiciliari a Francavilla al Mare, per lo scandalo di calciopoli "Dirty soccer" che lo ha coinvolto come ex direttore sportivo del Catania calcio, esce dalla stanza del gip Antonella Redaelli. E' arrivato puntuale, come un treno svizzero, al tribunale di Chieti. Alle 10,30 è entrato nella stanza del giudice per l'interrogatorio di garanzia che il gip catanese ha disposto per rogatoria affidandolo alla collega di Chieti. Con Delli Carri entrano Prioreschi e l'avvocatessa Silvia Tortorella.

Teso in volto, vestito scuro, camicia bianca aperta al colletto e senza cravatta, l'ex dg non si lascia sfuggire neppure una sillaba. Sa che se parlasse rischierebbe il carcere. Il faccia a faccia con il giudice dura esattamente 15 minuti: il tempo per riempire il verbale nella parte iniziale delle generalità dell'indagato e per dire: "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere".

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Per l'avvocato è questa, per ora, la "difesa tecnica" del suo assistito. "Finché non conosceremo le carte Delli Carri non parlerà". Così è stato. Ma alla domanda chiave, quella sulle intercettazioni telefoniche che stanno trapelando in queste ore e su cui si basa l'inchiesta della procura catanese, il difensore risponde in modo laconico e chiaro: "Quelle non sono  prove", afferma. I tre escono con passo spedito dal tribunale di Chieti. La Tortorella si mette alla guida di un'auto parcheggiata nel posto riservato alla Polizia giudiziaria. E Delli Carri si siede dietro per tornare agli arresti nella sua casa di Francavilla al Mare.

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