Calunnie su un furto Condannato tre anni e a 5 d’interdizione

LANCIANO. Nel febbraio 2006 denunciò P.C., di Lanciano, accusandolo di avergli rubato i soldi e gli assegni che teneva nella sua auto, parcheggiata davanti il locale del primo uomo. Ma il furto...

LANCIANO. Nel febbraio 2006 denunciò P.C., di Lanciano, accusandolo di avergli rubato i soldi e gli assegni che teneva nella sua auto, parcheggiata davanti il locale del primo uomo. Ma il furto risultò essere falso: quindi P. T., 46 anni, di Archi, è stato a sua volta denunciato da P.C. per calunnia e condannato dal giudice Francesco Marino a tre anni di reclusione, 1’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, 15 mila euro di risarcimento danni alla parte civile e il pagamento delle spese legali.

Ma arrivare alla condanna non è stato semplice perché P.T. si era reso indisponibile per problemi di salute. Aveva chiesto il rinvio dell’udienza per legittimo impedimento depositando anche il certificato medico. Ma il giudice ha chiesto la visita fiscale da parte di un medico della Asl, dalla quale è emerso che la patologia per la quale l’uomo chiedeva il rinvio era inesistente. Da qui la decisione del giudice di andare avanti con il processo con l’audizione dei testimoni.

Durante la requisitoria la Procura ha chiesto la condanna a due anni di reclusione, la parte civile, rappresentata dall’avvocato Alfonso Ucci, ha chiesto la condanna ma anche il risarcimento dei danni morali, mentre la difesa ha chiesto l’assoluzione.

Il giudice, riscontrando la calunnia, ha condannato P.T. a tre anni di reclusione, all'interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, il risarcimento dei danni morali quantificati in 15 mila euro, il pagamento delle spese di costituzione di parte civile per 2 mila euro e delle spese di giustizia oltre alla revoca della sospensione condizionale concessa dalla Corte d’appello per una precedente condanna per usura pendente in Cassazione. La difesa annuncia ricorso in appello.

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