Camera di commercio, verso lo stop la fusione Chieti-Pescara: ente unico in Abruzzo

Un decreto prevede un unico ente regionale. Il presidente Di Vincenzo (Chieti): «Ma noi siamo avanti, è impossibile fermarci»

CHIETI. Avversata per lungo tempo, la fusione tra le Camere di commercio di Chieti e Pescara potrebbe trovare uno stop dall’alto.

L’obbligo di accorpamento delle Camere, messo nero su bianco nel recente decreto legislativo di riforma, potrebbe chiedere una fusione più radicale di quella già avviata tra gli enti camerali di Chieti e Pescara da un lato, e L’Aquila e Teramo dall’altro. L’ipotesi che circola è quella di un’unica Camera di commercio regionale, visto che gli enti camerali dovranno necessariamente essere ridotti a quota 60, dai 110 attuali.

Secondo il presidente della Camera di commercio di Chieti, Roberto Di Vincenzo, però, la «fusione fra Chieti e Pescara è ormai andata talmente avanti che tecnicamente sarebbe difficile bloccare l’iter per sterzare verso una unica Camera regionale». Di Vincenzo, che è anche presidente del Cresa, il Centro regionale di studi e ricerche economico sociali delle Camere abruzzesi, si dice favorevole all’accorpamento di tutte e quattro le istituzioni, «ma solo in teoria», perché da un punto di vista pratico la marcia indietro rispetto ai percorsi di fusione sarebbe ormai poco praticabile.

Secondo le stime di Di Vincenzo, il matrimonio tra Chieti e Pescara dovrebbe celebrarsi ufficialmente ad inizio 2017. Il presidente della Camera di commercio di Pescara, Daniele Becci, è sinora tra i più accreditati a sedersi al vertice della super Camera unica. Il nuovo organismo riunirebbe oltre 90mila imprese, numero che lo porrebbe ben oltre la soglia delle 75mila imprese che la riforma impone per la sussistenza di una Camera di commercio.

Anche L’Aquila e Teramo, che insieme peseranno meno di Chieti e Pescara, superano comunque il tetto minimo imposto dalla riforma.

Ed è proprio perché i numeri ci sono tutti che in molti, da una parte all’altra della regione, propendono per continuare il cammino della doppia fusione.

Destino diverso pare potranno avere, invece, le aziende speciali delle quattro Camere che dovrebbero fondersi, invece, in un unico organismo. Vi dovrebbero far parte lo stesso Cressa, il Centro esteri, il Centro interno e le due Agenzie per lo sviluppo di Chieti e L’Aquila.

La riforma prevede verosimilmente che entro giugno del 2017 Unioncamere predisponga un piano di riorganizzazione con gli accorpamenti previsti. Per allora, però, il matrimonio tra Chieti e Pescara potrebbe essere già ampiamente consumato. Ma il condizionale è sempre d’obbligo.

Nel frattempo Di Vincenzo lavora sul territorio andando incontro proprio ai dettami della riforma, che vogliono le istituzioni camerali «sempre più protagonisti dello sviluppo locale con azioni mirate a stimolare la competitività delle imprese e l’attrattività del territorio».

Due dei progetti sui quali la Camera teatina ha investito di più sotto la spinta di Di Vincenzo riguardano proprio quest’ultimo aspetto. Si tratta di due iniziative che mirano a sostenere e rafforzare la vocazione turistica e culturale di Chieti e del territorio provinciale. La prima, “Chieti città d’arte”, riguarda solo il capoluogo di provincia, l’altra tutto il territorio, incentrandosi sulla pista ciclabile della Via Verde.

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